Il governo scozzese ha pubblicato sul suo sito un manuale operativo molto concreto sulla background music da diffondere in bar, ristoranti, hotel e in ogni luogo in cui si faccia hospitality.
Per una volta, invece di evocare in modo teorico e fuoco il potere straordinario della musica come fonte di cura, di conforto e di potenziamento di ogni nostra abilità (manco fosse doping e/o un vaccino), ci si sofferma su un fatto concreto.
Se in un ambiente la business music viene diffusa ad un volume troppo elevato, chi parla tende a farlo con un tono di voce troppo alto. E chi parla a voce alta o canta a volte diffonde più saliva e quindi potenzialmente Covid-19 di chi non lo fa.
E come si fa a capire se il livello della musica è giusto? Il governo scozzese suggerisce un metodo che sembra essere efficace anche per chi sia privo di fonometri e strumenti professionali (come quasi tutti i gestori di locali o hotel).
Si mettono dei gruppi di volontari seduti ai tavoli (in tempo di Covid-19 non si può stare al bancone) e si chiede loro di conversare tranquillamente su un argomento. Poi pian piano si alza il volume della musica partendo da zero.
La musica deve sentirsi ma non essere centrale. Non deve essere al centro dell’attenzione. Soprattutto, non si deve assistere ad un aumento del tono di voce e non si devono persone che si avvicinano tra loro per sentire meglio chi parla.
Ovviamente, tante casse acustiche disposte strategicamente svolgono meglio la funzione di diffondere la business music piuttosto che un paio di speaker molto potenti e ovviamente la quantità di suono fatta da 8 persone che conversano non è lo stesso di 50 persone…
Ma il principio di questo metodo scozzese per la business music sembra funzionare.