Contrordine: la pandemia in UK fa bene allo streaming musicale

Secondo i dati di BPI, l’associazione dell’industria musicale britannica e secondo Music Business Worldwide, che questi dati li ha analizzati, il 2020 è stato un anno di vero boom per gli streaming musicali audio. Se nel corso del 2019 i britannici hanno ascoltato 114 miliardi circa di canzoni o brani, nel 2020 gli streaming audio sono cresciuti fino a 139 miliardi, ovvero gli ascolti sono cresciuti di 25 miliardi. E’ la crescita maggiore mai registrata.

Non è quindi vero, come riportavano i primi dati per l’Italia, che il Covid-19 ha fatto ascoltare meno musica. Almeno in parte, la crisi assoluta dei concerti provocata dalla pandemia ha fatto si che la musica registrata sia diventata più centrale.

E ancora: quasi 200 artisti hanno raggiunto il traguardo di 100 milioni di ascolti in UK nel 2020, mentre ben 8.000 hanno superato quello di un milione.

Ovviamente, al di là della poco più che simbolica crescita del vinile, supporto che ormai identifica le passioni musicali di chi ha una certa età, le vendite in ambito musicale tra supporti (cd) e download sono calate del 23,5%.

Questi dati sono importantissimi anche per noi italiani e per tutto il mondo, perché il Regno Unito è senz’altro con gli USA uno dei due paesi più importanti al mondo per definire tendenze musicali e industria discografica.