Ho appena assistito a una rappresentazione di “Alice“, un musical / balletto dei Momix, collettivo di ballerini / acrobati che seguo da anni. Sono rimasto piacevolmente impressionato dalla svolta “pop” di questa formazione. Anni fa al Manzoni, a Milano, avevo assistito ad un show più acrobatico. Questo “musical” è una serie infinita di scene che si apprezzano benissimo anche senza seguire la storia di Alice. Ogni gesto dei ballerini così come la musica, i video e le luci servono per portare lo spettatore in un mondo parallelo, onirico… fino ad un finale quasi romantico e finalmente risolto. La fisicità dei sette ballerini viene nascosta da abiti e scene che mutano sempre… e da ritmi ipnotici, ora dolci, ora irrequieti.
Uno show che è un must per gli addetti ai lavori
Spettacoli di questo tipo dovrebbero sempre essere fonte di ispirazione per tutti coloro che si occupano di music design e design multimediale. Oggi la tecnologia permette alla creatività di esprimersi con modalità che solo dieci anni fa sembravano fantascienza. E’ pressoché inutile parlare di tecniche: quel che arriva allo spettatore è pura poesia. E quello deve essere, oggi come ieri, l’obiettivo dell’artista e pure quello dell’artigiano dello show business. E’ la poesia che genera emozione nel pubblico… e pure nei clienti degli spazi commerciali sonorizzati dai soci di AMP (Associazione Music Provider). E’ solo quando il professionista / artigiano fa scelte creativamente ‘azzardate’, in fondo le uniche possibili, che arrivano efficacia e coinvolgimento.
Il paesaggio sonoro degli spettatori meno fortunati…
Casualmente, io ed i miei familiari ci trovavamo centrali, ma in ultima fila. Quando si comprano in prevendita i biglietti sui più importanti siti del settore, spesso non si riesce bene a capire la posizione.
Per fortuna, grazie ad un impianto audio potente e ad un suono eccellente dello show, la posizione non ottimale non è stata affatto un problema nel seguire lo show. Anzi, il grande spazio in cui abbiamo assistito allo spettacolo ha un’ottima acustica. Proprio dietro di noi ho notato alcuni pannelli fono assorbenti… e la distanza dalla scena, quando video proiezioni e coreografie sono di questo livello, non conta troppo.
C’è stato però un problema non poi così piccolo. Soprattutto nella prima parte del secondo tempo, io e miei familiari abbiamo notato un leggero ma continuo fischio che proveniva dalla parte sinistra del grande teatro (la capienza p di circa 1.800 posti su un’unica platea). Il fischio, ovviamente, si percepiva nei momenti in cui la musica era più bassa, non certo nei momenti in cui i bassi pulsavano piacevolmente in ogni parte del corpo…
Siccome si tratta di una tenso – struttura, sia pure appena rinnovata e di qualità per quel che riguarda la visibilità e l’ambiente sonoro, immagino che il problema derivi dall’aria compressa che sembra servire a sostenere e ad insonorizzare l’ambiente. Infatti, se il fischio era percepibile, pur trovandoci in una struttura non in muratura, il rumore della vicinissima tangenziale era del quasi tutto ovattato.
Riassumendo, trovandoci in un luogo “hi fi”, un fischio non poi così alto gli spettatori di gran parte del teatro l’hanno percepito e senz’altro non ha aiutato il coinvolgimento, nonostante uno spettacolo semplicemente perfetto. Non è facile raggiungere l’eccellenza.
Coinvolgimento o telefonino?
Chiudo con un riferimento, ancora, al coinvolgimento degli spettatori. In tre persone (2 adulti e una bimba di 10 anni, ovvero due interi e un ridotto) abbiamo speso 85 euro, non certo poco. Eppure, nonostante l’investimento, ho notato almeno due persone vicine a me che durante lo spettacolo hanno passato diversi minuti a guardare il telefonino, a volte pure parlando (sia pure sottovoce).
Sia chiaro, uno spettacolo di questo tipo, senza una trama chiara, poteva generare qualche momento di stanca in un pubblico meno avvezzo a danza, balletto e show dal vivo… ma la capacità dell’uomo occidentale medio di concentrarsi su ciò che sta facendo sta ovviamente calando. Chiunque si occupi di intrattenimento e music marketing non può che tenerne conto.
(Lorenzo Tiezzi)
(foto tratta dalla pagina Facebook ufficiale Momix)