Tra i siti che ogni professionista del music business dovrebbe avere tra i preferiti c’è senz’altro Music Business Worldwide. Una cosa che si riesce a capire seguendo questo sito ormai sempre più globale e mondiale è che il business della musica registrata è in boom, in tutto il mondo. Ogni settimana ci sono decine e decine di annunci di lavoro. Se i concerti crescono o restano stabili, l’industria musicale è sempre più americana (i grandi player sono quasi tutti in USA)… e potente. Universal cresce ma cresce pure l’industria indipendenti. Il boom è collettivo, di tutto il settore.
Tutto questo, ovviamente, accade grazie allo streaming a pagamento. E’ davvero interessante e chiara questa tabella di MBW.
Il business della musica registrata, quella che una volta chiamavamo discografia si sta avvicinando ai 23.9 miliardi di dollari del 2001. Nel 2018 era di 19.1 miliardi. Più o meno la metà di tutto questo deriva dallo streaming (8.9 miliardi). Sia chiaro, i dischi si fanno ancora e fanno incassare 4.7 miliardi di dollari, ma, come troppi non ricordano, i costi ed i rischi per l’industria sono infinitamente più alti quando pubblica un cd o un vinile. Un prodotto fisico va ovviamente prodotto, va distribuito, ci sono i resi (etc), mentre a pubblicare un un disco su Spotify basta un singolo click. Grazie a Spotify & Apple Music, l’industria può insomma concentrarsi sui contenuti.
Di tutto questo boom sui media passa poco, ma ancora un volta, così come dicevamo per quel che riguarda il music design oggi.. ma che conta? I numeri non mentono mai.
(Lorenzo Tiezzi)
THE RECORD INDUSTRY IS BOOMING AGAIN – BUT THE DIGITAL SERVICES WHO RESCUED IT DESERVE BETTER (Music Business Worldwide)
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