L’interrogativo che leggete nel titolo è una di quelli che i playlister e i professionisti della musica in genere non si fanno mai, anzi non si vogliono fare mai. Capita perché farsi domande del genere mette in crisi il lavoro di una vita, ovvero il supposto ‘potere’ della musica, anzi la capacità del professionista di asservire tale potere della musica, innegabile, al servizio del banale lavoro di ogni giorno.
Ma l’interrogativo resta. E se la musica natalizia facesse comprare meno regali? E se la musica giusta per un negozio di giocattoli non fosse soltanto musica per bambini ma musica che piaccia anche a chi apre il portafoglio (gli adulti)?
Lo psicologo Ron Friedman, specializzato di temi che riguardano i consumi, non si è limitato a porsi domande, ha fatto nel 2005 un vero e proprio studio sul tema, raccontato e discussion nella redazione del business magazine neozelandese NewsRoom (vedi link qui sotto) insieme a tanti professionisti.
Veniamo allo studio, molto più importante delle opinioni e delle teorie e pure delle sensibilità personali. Ha coinvolto poche persone (una ventina), divise in due gruppi. Ad alcuni è stato mostrato un album di foto di uno shop mentre ascoltavano musica natalizia, ad altri le stesse foto sono state mostrate mentre ascoltavano un album di Amy Grant “Heart in Motion”. Chi ascoltava la musica natalizia aveva il 20% in meno di voglia di comprare in quel negozio e giudicava i prodotti di qualità più bassa.
I risultati di questo studio sono stati confermati nel 2017 da uno studio britannico effettuato da Linda Blair, psicologa clinica. La studiosa ha dichiarato che soprattutto quand’è diffusa ad alto volume la musica natalizia sembra volerci ricordare di comprare regali… per questo molti escono semplicemente dai negozi.
https://www.newsroom.co.nz/@podcasts/2018/12/21/372749/business-podcast-jinglehellsbells