Sono uscito dalla mostra “Tiziano e la pittura del Cinquecento tra Venezia e Brescia” con l’amaro in bocca. Pur figlio di una pittrice, pur fiorentino, pur amando Tiziano abbastanza, non sono certo un esperto di pittura. Ma ero rimasto malissimo di una cosa. Il bellissimo Polittico Averoldi di Tiziano in mostra non c’è mica. C’è e, consiglio assolutamente di vedersela (la mostra chiude l’1 luglio), una splendida rielaborazione / divisione / moltiplicazione multimediale dell’opera. Ma l’opera, accidenti, manca. Siccome il livello artistico dell’eternità del veneto Tiziano è ben diverso dalla normalità dei meno dotati suoi epigoni bresciani, il centro della mostra è Tiziano. Come si fa a mettere un’opera sulla ‘copertina’ di una mostra un’opera che poi in mostra non c’è? Che rabbia…
Ma andiamo con ordine e partiamo dal polittico, che non è un errore di battitura. E’ alla buona, un’opera costituita da di più quadri. Anzi, come dice Wikipedia, è “una pala d’altare costituita da singoli pannelli separati, racchiusi da una cornice al fine di dare all’opera una struttura architettonica”. Al centro, come sempre nella pittura sacra pagata e commissionata dalla Chiesa, c’è un soggetto divino, in questo caso Gesù. Le gambe muscolose di questo Gesù sembrano quelle di un runner e siccome il sottoscritto è un runner, sia pure di bassa leva, non possono che colpirmi… Ma l’Arte con la A maiuscola parla a tutti in modo diverso.
Il brutto e volutamente breve video che carico qui non vuole affatto sintetizzare l’esperienza che si prova di fronte al Polittico Averdoldi quando viene scomposto e ricreato e moltiplicato al buio, con l’accompagnamento musicale giusto, diffuso ad un volume moderato. Questo video è qui per motivi “tecnici”, per far capire a chi legge Soundscapes.it che bastano 5 proiettori di qualità, un ambiente ‘buio’ progettato bene, un po’ di musica, quella giusta, e tanta, tanta competenza per far sognare e commuovere. Il grosso, ricordiamolo, lo fa un genio assoluto come Tiziano. Nei cinque quadri del Polittico ognuno può trovare chi vuole. Un vicino di casa, se stesso, i genitori, la morte, Dio. Non è così importante, sono appunto l’eternità dell’arte ed di un genio, che arrivano a noi con una immediatezza assoluta, eccessiva, a tratti fastidiosa. Non si può, non si deve rimanere intatti di fronte all’Arte. Viverla non può che essere una esperienza sconvolgente.
Chi, come i soci di AMP, l’editore di questo blog, lavora con la musica e la diffonde in spazi pubblici o commerciali, da una ‘installazione’ di questo tipo ha molto da imparare.
Una ‘installazione’ di questo tipo è la Formula Uno dell’utilizzo di musica e tecnologia, chi produce e vende automobili non può che “copiarne” alcune, solo alcune, logiche e ed alcune tecnologie.
Per la mostra di Tiziano al centro di tutto c’è un’opera d’arte, l’assoluto. Ma tornando sulla terra ed applicando la stesse logiche, la stessa tecnica, la stessa illuminazione e la stessa attenzione alla musica (…), quante volte i prodotti trovano negli spazi commerciali un palcoscenico così perfetto, così attentamente studiato in ogni dettaglio? Quante volte gli esperti di marketing e di musica e di prodotto si annullano per dare spazio davvero al prodotto? Ovviamente i proiettori possono lavorare solo al buio e gli spazi bui nei negozi non ci sono, ma perché non dividere e ricreare un prodotto, una campagna, un brand, sui mega schermi dei negozi, ovviamente con la giusta musica di ‘accompagnamento’ (o viceversa, perché non utilizzare video di accompagnamento per ricreare e scomporre un’entità musicale, etc)? Un lavoro multimediale di questo tipo può raccontare il prodotto meglio del prodotto stesso.
Scrivo tutto questo perché dopo la mostra, piuttosto nervosetto, senza chiedere a nessuno, ho preso in mano il catalogo cercando di capire dove fosse l’opera, ma questa informazione scritta bella chiara sul catalogo non c’è. Non c’è neppure un grande cartello ben visibile durante l’esposizione. L’audioguida gratuita forse lo dice ma non mi è piaciuta ed al terzo quadro l’ho abbandonata. Non mi ha aiutato neppure il piccolo flyer che riporto qui sopra. Per via, credo, di un imperdonabile errore di stampa, la collocazione. Mi ha salvato solo un immenso manifesto accanto all’ingresso in cui la micro scritta in basso a destra per fortuna si legge…
Il Polittico Averoldi del veneto Tiziano Vecellio non è in mostra, perché è già a Brescia, da sempre. L’opera, che in qualche modo racconta il legame secolare che ci fu tra Brescia la Serenissima, è infatti da qualche secolo “in mostra” in Corso Matteotti, sopra l’altare maggiore della Chiesa dei Santi Nazaro e Celso. Il polittico non è così imponente come ci si potrebbe aspettare dalla sua collocazione in una grande chiesa. E’ stata costruita anche una scala da cui ammirare il dipinto quasi di fronte, con la giusta illuminazione, ma si faticherebbe ad entrare ‘dentro’ quell’eternità senza aver già vissuto tutti i dettagli, le pennellate, i volti, grazie alla tecnologia. L’opera parla e parla chiaro da sola, ma parla a bassa voce.
(Lorenzo Tiezzi)