Come in ogni settore, tra chi mette una parola dietro l’altra, ci si conosce un po’ tutti. Sbagliando, non avevo voluto scrivere nulla della recente polemica tra titani, SIAE vs Sky (sui diritti musicali che quest’ultima non avrebbe pagato riguardo ad X Factor). Mi sembrava una notizia di pubblico dominio. Già vecchia. In realtà secondo alcuni miei colleghi giornalisti, gente più aggiornata di me perso in mille cose inutili, la ‘grande stampa’ alla notizia non ha dato il giusto risalto. Chi vuole approfondire in effetti ad oggi lo può fare solo su AllMusicItalia (che non è proprio il Corrierone) col parere di Razzini di Warner.
Ovviamente parliamo di quei grandi quotidiani che invece hanno dato un sacco di spazio a Fedez / Soundreef, senza poi, nei fatti, proporre veri approfondimenti per capire la (complessa) ‘faccenda diritti’. Dove abbiamo letto che Fedez come editore lavora con SIAE e come autore / compositore combatte ferocemente contro SIAE perché legato a Soundreef? Dove abbiamo letto che conta un po’ anche chi paga, ovvero gli organizzatori di concerti / eventi con musica, il retail, le piccole radio, che con l’arrivo di tanti attori diversi si complicherebbe la già difficile faccenda diritti? Non l’abbiamo letto anche per il motivo che raccontare la complessità è difficile.
E questa polemica Sky – SIAE? Sembra proprio divertente. Per la “grande stampa”, invece, questa bella e sana guerra tra SIAE e Sky non farebbe notizia. O forse, a non voler essere maliziosi (Sky è uno dei più importanti investitori pubblicitari in Italia, ovvero spende un sacco di soldi sui giornali e altrove), le testate hanno capito che la faccenda andrebbe davvero approfondita perdendoci tanto tempo, per non restare solo a quel che dice SIAE. Ad esempio, può essere (ma è solo una ipotesi) che sia in corso un dialogo per raggiungere un accordo internazionale tra Sky e aventi diritto nel mondo (IFPI) di cui l’italiana SIAE non è del tutto a conoscenza, proprio come per quel che riguarda il lungo contenzioso Facebook / discografia mondiale. Sembra strano ma queste cose capitano. Perché l’Italia nel mondo non è che una piccola periferia.
Attenti però a dare tutta la colpa però ai media, sui mancati articoli sulla cosa. Né io (che conto poco) né il ben più importante collega con un chattavo poco fa abbiamo ricevuto da SIAE un comunicato che chiarisse la posizione della società contro Sky. Ovvero, SIAE non comunica bene. Talvolta si affida anche ad un ufficio stampa esterno (Image Building) e sicuramente ha un sacco di persone negli uffici romani ben pagate per far sentire la propria voce, ma con poca efficienza. Qualche esempio. Chi scrive negli anni ha chiesto più volte informazioni a Roma per articoli su testate di settore come Bar Giornale (Gruppo Sole24 ore) senza mai avere le informazioni richieste nei tempi necessari a chi scrive. Chi scrive ha chiesto più volte negli anni a SIAE di ricevere tutti i comunicati e riceve solo qualcosa da Image Building (…). Su Qui Finanza si legge che SIAE avrebbe diffuso il suo disappunto sui suoi social. Forse la notizia ai media manco è stata comunicata direttamente. Umilmente mi permetto di esprimere la mia perplessità per tale strategia. Gli account social di SIAE non sono un luogo in cui gli operatori dei media passano molto tempo e creare ‘buzz’ così può essere davvero difficile. Infatti non è successo.
Bene, visto che per l’Italia abbiamo raccontato più o meno tutto, ovvero il poco ed il male che succede a fine dicembre ’17, passiamo al mondo per intristirsi ancora un po’. E’ di ieri l’accordo globale Universal – YouTube / Google (di cui ovviamente SIAE è solo spettatrice), che ha seguito quello Warner firmato mesi fa.
Insomma, in Italia si litiga parecchio, si comunica malissimo e all’estero si fa business con la musica. Tanti auguri di buon Natale a tutti gli operatori della filiera musicale e a chi utilizza musica in Italia.