Come sanno o dovrebbero sapere tutti coloro che si occupano di musica e di web, i contenuti musicali sono quelli che da sempre interessano di più gli utenti, ovvero creano engagement.
Per questo Facebook, finalmente, si sta davvero organizzando, con un ritardo ormai siderale rispetto a YouTube, per pagare quanto dovuto all’industria musicale per l’utilizzo di contenuti di quest’ultima. Visto che le major, recentemente, continuano a batter cassa pubblicamente da Google – YouTube, che un accordo ce l’ha già… probabilmente con Facebook si stanno davvero accordando in privato.
Lo scopo non sarebbe, secondo Bloomberg, quello di riempire Facebook di video prodotti dall’industria o di audio di canzoni già noti, visto che tutto questo è già disponibile gratis su YouTube. Bensì far si che gli utenti Facebook possano finalmente liberamente utilizzare la musica delle star, quella di Vasco Rossi o Martin Garrix, come colonna sonora dei loro video.
La piattaforma social creata da Zuckemberg, infatti, da tempo, privilegia i contenuti video originali nel suo algoritmo. Da poche ore, poi è nato, Facebook Watch, una sorta di anti YouTube per ora riservato agli utenti americani e vuol far si che la musica dei suoi video sia di qualità.
Chiunque abbia in mano un telefonino sa che ormai creare dei contenuti video piacevoli o fare fotografie di buon livello, quasi professionale, non è così difficile. Creare invece musica originale piacevole, che riempia le orecchie, “solo” col telefonino o col computer, non è ancora possibile. Lo strumento digitale aiuta, ma non basta: bisogna studiare armonia, melodia, ritmo, metro, e magari sapere suonare uno strumento e/o cantare. Ci vogliono, nei fatti, buongusto e capacità, caratteristiche che pure software come GarageBand, infarcite di loop già pronti da sovrapporre, non riescono ancora a regalare.
L’accordo tra Facebook e industria musicale vale ovviamente centinaia di migliaia di dollari e riguarda anche le celeberrime Dirette Facebook. Oggi grandi potenze come Tomorrowland nel mondo e Radio Deejay in Italia possono, nei fatti, utilizzare liberamente questo strumento forse per via di accordi non resi pubblici. Altri soggetti, pur cercando un mezzo legale per farlo, non riescono ad effettuare (leggi qui)
Lorenzo Tiezzi