L’industria multimediale in senso lato (produttori di telefonini, giganti del web etc) punta molto sui video creati dagli utenti, sia per quel che riguarda i social sia per il mercato ‘business’. Apple e Facebook, per i social, la fanno da padrone: creare con un iPhone un breve slideshow con musica di varia atmosfera dà alle foto nuova vita. E più o meno la stessa opzione è presente su Facebook. I loop musicali presenti sono di buona qualità
Come abbiamo già scritto qui, infatti: “Chiunque abbia in mano un telefonino sa che ormai creare dei contenuti video piacevoli o fare fotografie di buon livello, quasi professionale, non è così difficile. Creare invece musica originale piacevole, che riempia le orecchie, “solo” col telefonino o col computer, non è ancora possibile.
Per questa strategia dei grandi player, e perché sentirsi “creatori” di contenuti evidente piace… le fonti per musica da utilizzare per social video e presentazioni ogni giorno crescono. Ad esempio, Buffer Social, in questo articolo elenca ben 13 fonti di musica ‘free’. Da Ben Sound alla Audio Library le opzioni sono infinite.
E’ forse però sbagliato chiamare semplicemente musica tutto questo. Forse sarebbe l’ora di chiamare tutto questo ‘mood sonoro’ o ‘loop’. Tra musica di questo tipo, in senso generale, e l’Arte con la A maiuscola passa più o meno ciò che passa da una zuppa liofilizzata low cost e la stessa zuppa preparata con ingredienti freschi da un vero cuoco: chiunque mangi sente la differenza. Accade più o meno la stessa cosa con l’avvilente (musicalmente) fenomeno delle tribute band, in cui bravi musicisti si accontentano di clonare il repertorio delle star più di campare e farsi applaudire. Nessun ascoltatore scambierebbe una tribute band di Vasco con l’originale, ma evidentemente il rito di riascoltare Vasco in compagnia piace.
Sia chiaro, anche la zuppa liofilizzata, così come questi ‘mood musicali’ / loop e le cover band hanno la loro dignità. Ma la decadenza sonora e narrativa di questo tipo di suoni rispetto alla musica d’uso che caratterizza, ad esempio, la storia del Cinema o i grandi eventi è palese.
Probabilmente, la differenza è l’utilizzo e/o la quasi infinita disponibilità tecnologica: la musica, nella sua storia millenaria, spesso è stata e sarà sempre arte ‘impura’, ovvero creata su commissione per una occasione precisa, magari serve solo per ballare. Ma solo oggi facendo pochissima fatica (con loop pre – registrati e computer) si possono pubblicare istantaneamente in tutto il mondo le proprie ‘fatiche’ musicali rendendole disponibili gratis o per pochissimo denaro per sempre. E solo oggi, gli artisti che sanno di non essere John Lennon, hanno l’opzione di creare loop e mood sonori (oppure mash up se sono dj) ed avere un minimo di feeback, sentirsi ‘musicisti’. Perché sapere di far qualcosa di utile ed ascoltato è probabilmente meno frustrante che provare a scrivere ancora una volta “Imagine” e, ovviamente, non riuscirci.
Con questa modalità produttiva e di pubblicazione, la qualità musicale media di ciò che viene diffuso sul pianeta sul web non può che decrescere…
Ma non è il caso di essere pessimisti. C’è chi la Musica quella (con la m maiuscola), quella che i soci di AMP usano per sonorizzare gli spazi e gli eventi dei propri clienti la usa ancora. Perché la differenza tra musica e loop, in fondo è percepibile a tutti, non solo agli specialisti.
Oggi molti di noi si sentono registi quanto Spielberg e vogliono subito sonorità ed atmosfere su cui appoggiare le proprie foto o i propri video. E’ un’aspirazione legittima, che, in senso generale, fa crescere la cultura multimediale di ogni persona che smanetti con un telefonino. E questa overdose di loop, probabilmente, è solo una fase transitoria. La Musica, anche in ambito multimediale, non può che tornare protagonista.
Lorenzo Tiezzi