Lo streaming a pagamento fa boom negli USA: 22,6 milioni di abbonati. E la discografia torna a vincere

Se non è un boom, poco ci manca. Grazie soprattutto alla (bella) abitudine di pagare i servizi musicali di streaming, l’industria discografica degli USA sta andando piuttosto bene. La RIIA, associazione di categoria, ha appena pubblicato un report denso e conciso pieno di numeri interessanti sul 2016.

A vincere a mani basse è lo streaming: da solo vale ormai il 51% del business della musica registrata negli USA ($ 7.650 milioni di dollari). Gli abbonati ai servizi streaming a pagamento sono ormai 22.6 milioni. Gli incassi complessivi sono cresciuti dell’11,6%. La CEO della RIIA Cary Sherman resta prudente, ma i dati sono davvero molto positivi. Infatti i numeri vanno contestualizzati: i supporti fisici (CD, vinili, dvd musicali, etc) hanno perso complessivamente il 15% e pure il download digitale è in  fortecalo (- 21.6%). A crescere a ritmi vorticosi (+ 68,5%) è stato solo e soltanto lo streaming, attività ad alto margine. Anzi, a crescere più di tutti sono i già citati abbonati paganti, quelli che contano davvero, molto più di chi guarda la musica su YouTube o la ascolta gratis su Spotify.  Chi sceglie di pagare è cresciuto del 108,7% rispetto al 2015. Ogni abbonato spende, più o meno, 10 dollari al mese e paga puntualmente. Non è tutto, grazie ai big data, l’industria sa cosa ascolta e può ormai capire che musica potrebbe piacergli.

E il boom del vinile di cui tanto si parla? Ecco i numeri reali: i pezzi venduti negli USA sono 17.2 milioni. La cresciuta in pezzi venduti dal 2015 al 2016 è dell’1,8%. Il valore, circa $430 milioni è invece cresciuto del 3,7%. Il vinile conta più o meno un terzo rispetto al CD $1.172 (in calo del 20.9%) e poco più di un decimo dello streaming ($3.932).  Riassumendo, vale insomma meno del 6% del mercato. Ovvero, come già scritto qui su SoundScapes per il mercato britannico, resta una, pur splendida, nicchia. Tra l’altro, una nicchia che piace ai nostalgici tecnologici ed agli amanti del design di ogni età, ma non ai DJ: i singoli in vinile (dischi mix) sono il calo.

(Lorenzo Tiezzi)