Oggi che fare sport è tanto di moda, il rapporto tra musica e prestazione sportiva viene spesso analizzato in piacevoli articoli giornalistici (leggi divulgativi e non scientifici) che raccontano come certe playlist aiutino il flow, ovvero il corretto ‘fluire’ dei movimenti facendo in qualche modo dimenticare la fatica.
Un buon esempio è “La musica, ‘droga’ buona per il dolore e per lo sport”. Scritto recentemente da Dario Oscar Archetti e pubblicato da Sette / Corriere della Sera, l’articolo cita recenti ricerche di Costas Karageorghis in “Applying Music in Exercise and Sport”. Da esse si capisce come ascoltare musica ‘distragga la mente dalla sensazione di fatica’.
Ma c’è davvero da stupirsi, nel 2017 di un potere in fondo così banale della musica? C’è bisogno di mettere in piedi uno studio scientifico per dimostrare che la musica attenua la fatica? Gli scienziati, sia chiaro, fanno bene a farlo se così dimostrano che possono diminuire l’uso di medicinali o anestesie varie, ma tutto ciò è nei fatto più che ovvio. Chi ama la musica e chi lavora con essa, chi ne conosce almeno un po’ la storia, sa che essa accompagna da sempre le attività sociali più importanti dell’umanità. Ripetiamolo: tutte o quasi le attività collettive umane dalla notte dei tempi sono accompagnate dalla musica. Oggi che grazie alla tecnologia si può ascoltare musica sempre, restare in silenzio assoluto è davvero raro.
Ad esempio, è notorio che con la musica giusta si spenda di più all’interno di un punto vendita. Il problema che i professionisti di AMP sanno come risolvere è capire quale sia questa musica. Chi l’ha detto, infatti che all’interno di un negozio per bimbi si debba sempre ascoltare musica per bambini ad alto volume? Come sa bene un esperto di Sound Business come Julian Treasure – http://www.juliantreasure.com, è importante pensare pure a mamme e babbi, quelli col portafoglio in mano.
Si ascolta musica durante attività che richiedono la massima concentrazione, ad esempio in sala operatoria. Si ascolta musica per raggiungere il sublime durante i concerti (che siano rock, techno o di classica cambia poco). Ed è già stato dimostrato che la musica giusta ci rasserena di fronte ad un posteggio vuoto, mentre chi sceglie da teen ager Heavy Metal (punk, liscio o techno), spesso lo fa per differenziarsi dai propri genitori.
C’è musica in ogni parte del mondo, nel corso di tutta la storia dell’umanità, durante le funzioni religiose. Si viene battezzati o si diventa adulti anche a ritmo di musica ed i morti non sentono più i canti… ma per attenuare il dolore della perdita di una persona cara, ci si abbandona alla musica. In Africa occidentale quando qualcuno nasce o muore cantano e suonano i Griot; dalle nostre parti lo fanno musicisti professionisti, spesso gli stessi che poi sorridendo facciamo suonare ai nostri matrimoni.
C’è musica erotica (Fausto Papetti docet), c’è musica che stordisce con ripetizioni ritmiche martellanti… non solo in Occidente, lo stesso ruolo ce l’hanno i tamburi durante certe cerimonie, mentre in altre lo stesso strumento mette in comunicazione l’uomo con gli Dei. C’è musica quando si celebra una nazione (Inno Nazionale), c’è musica per andare in battaglia (dalla Carica alle cornamuse scozzesi) e c’è musica da cantare per celebrare i caduti (tanti canti degli Alpini).
L’elenco sarebbe pressoché infinito, perché si può star certi che la musica può pure mettere paura, quando la colonna sonora di un film la compone un maestro come Bernard Herrmann, il genio che con alcuni “colpi” di archi amplificò il terrore della scena della doccia di “Psycho”, il capolavoro di Hitckhock.
Forse la parola chiave per la musica è proprio amplificatore. La musica, essendo anche (ma non solo) vibrazione sonora, vibra in sintonia con ciò che il nostro corpo ‘sente’ in un certo momento e dà risalto a questa sensazione. Oppure, visto che l’uomo è animale dall’intelligenza raffinata, può essere utilizzata come “contro – vibrazione” che attenua i sensi, come ‘droga’, ovvero può combattere la fatica nel lavoro o nello sport o la paura in guerra.
I super poteri della musica, forse, però sono ancora maggiori. E continuare a studiarli o a discuterne è un’attività molto piacevole, che non finirà mai.
(IIlustrazione di Superman di Alex Ross tratta da Wikpedia)