Umberto Eco, Wired e l’inutilita’ di diffondere musica

Wired ha scritto un breve articolo dedicato ad una recente ricerca dell’Università di Amburgo. Riassumendo, secondo Wired “la musica è onnipresente in ogni negozio (…), ma non è detto che questo ci porti ad essere più contenti o a comprare e spendere di più”. Analizzeremo più compiutamente in altri post questa ricerca, ma intanto è importante soffermarsi sulla prima parte di questa frase, che tra le righe dice una cosa che spesso dimentichiamo.

La musica non è onnipresente solo in ogni negozio. La musica diffusa tramite strumenti elettronici (radio, tv, computer, telefonino) è presente ormai in ogni momento nostra vita, pubblica e privata. Quanti sono gli uffici in cui, potendo scegliere, si lavori senza ascoltare un po’ di radio in sottofondo? E nelle case? Quante volte RaiUno viene lasciata accesa e diventa una sorta di musica? E quanti di coloro che corrono o fanno sport individuali lo fanno senza ascoltare musica?

Quindi, se molti negozi sono pieni di musica, la colpa non è del potere occulto della filiera della musica d’ambiente, del ‘potere coercitivo’ della musica negli spazi in cui si compra qualcosa…  Il punto è un altro. Da quando è nato uno strumento elettronico di diffusione del suono (la radio), chissà perché e chissà per come, non si diffondono poesie, lezioni di anatomia, sussurri sensuali, ricette, scherzi telefonici. Si diffonde musica.

Spesso ciò che abbiamo sotto gli occhi (in questo caso nelle orecchie) sfugge alla nostra analisi, ma per fortuna ci sono i geni come Umberto Eco che ci fanno riflettere. Il testo fondamentale per iniziare a capire come sia cambiata la musica da quando la si crea e la si ascolta soprattutto attraverso strumenti elettronici (radio, tv, computer, microfono, telefonino, etc) è, ovviamente, “Apocalittici e Integrati” che Eco scrisse negli anni ’60 del secolo scorso.

Sono passati oltre cinquant’anni dalla pubblicazione di “Apocalittici e Integrati”, un testo tra l’altro molto piacevole da leggere. Prima di scrivere sull’impatto della musica diffusa è senz’altro utile leggerlo, rileggerlo e aprirlo continuamente. Aiuta molto. Ovviamente, se si scrive con po’ di musica in sottofondo, aiuta anche di più.

(Lorenzo Tiezzi)

https://www.wired.it/scienza/lab/2017/01/23/influenzati-musica-negozi/

https://www.ibs.it/apocalittici-integrati-libro-umberto-eco/e/9788845248382