Dopo lo splendido revival del vinile, radio, tv & magazine spesso ci raccontando un’altra ‘tendenza’ di ritorno, quella delle cassette. Chi non ha più vent’anni, qualora abbia voglia di essere un minimo obiettivo, non può non ricordarsi quanto si sentiva male con le audiocassette. Il vinile, se ben conservato, può durare decine d’anni, Un’audio cassetta no. Tuttavia, visto che la moda ed il revival non fanno sconti a nessuno, sembra che il vero radical chic non possa fare a meno di una piastra vintage o di un walkman d’annata.
Oggi invece la cosa musical – tecnologica meno cool del momento è senz’altro l’mp3. Non per la qualità audio, che a 320 kbps per orecchie normali si confonde con quella che un tempo era la qualità CD. L’mp3 non è di moda perché non è streaming, non è Spotify e non è manco YouTube (quest’ultima realtà è in leggero calo d’immagine). Ma funziona ancora benissimo. Accidenti se funziona. E come una bicicletta, funzionerà per sempre anche meglio di un jet per percorrere corte distanza (il paragone non è di chi scrive, ma di un genio già citato su Soundscapes, Umberto Eco).
Secondo un tutto sommato divertente anche se un filo confuso tecnologicamente articolo pubblicato da npr.org, gli scienziati tedeschi che hanno creato l’mp3 dicono che il sistema di compressione AAC è decisamente migliore. Sarà, ma se Apple (che da sempre usa anche AAC) ancora oggi lo lascia tra le opzioni di esportazione di Garageband, programma per far musica presente su tutti i suoi computer.
L’articolo citato all’inizio dice che al successo l’mp3 l’ha portato iTunes ed il suo lettore iPod. In realtà non è affatto così. I file su iTunes, quando iTunes era il centro della musica online erano disponibili solo in scomodissimi file M4P ascoltabili su PC e solo e soltanto su iPod, prima di convertirli. L’mp3, invece, è molto versatile e facile da usare. Ecco perché il suo funerale lo celebreremo, senz’altro, ma tra qualche decina d’anni.
(Lorenzo Tiezzi)