SIAE e Ministero dei Beni Culturali e del Turismo hanno appena presentato ai media i risultati della seconda edizione di Italia Creativa realizzato da EY (Ernst & Young), uno studio in cui vengono misurate le performance del ‘Sistema Italia’ per quel che riguarda cultura e creatività. In realtà, anche se vengono presentati a fine gennaio 2017, i dati vengono presentati si riferiscono al 2015 e le percentuali di crescita si riferiscono alla differenza con l’ormai lontanissimo 2014, per cui, purtroppo non sono affatto attuali. La cultura nel suo complesso nel 2015 valeva circa 48 miliardi ed occupava circa un milione di persone. Secondo i dati, quello culturale in senso lato sarebbe la terzo settore produttivo del paese dopo il settore edile e quello alberghiero.
Come ha sottolineato il presidente Pietro Sugar in diverse interviste che stanno dando una nuova immagine a SIAE, alcuni dati sono molto positivi, ben sottolineati negli articoli di cui riportiamo il link qui sotto. La musica, nel suo complesso, sale del 10% e fattura 4,7 miliardi ed occupa quasi 170.000 persone, più di 10 volte, ad esempio, di coloro che lavorano nel settore videogiochi, circa 15.000 persone.
Se tutti o quasi gli articoli di commento ed il report sottolineano il calo del settore quotidiani e periodici (- 8,3% con 94.000 addetti ed un fatturato di 4,7 miliardi) e la grande ripresa della musica, sembrerebbe importante fare anche un altro calcolo, forse gretto ma importante per giudicare lo stato di salute del settore. Quanto valore produce ogni addetto del settore musicale rispetto agli altri settori della cultura? Ogni ‘lavoratore’ musicale (liutaio, insegnante, dj, musicista…) produce circa 27.500 euro di valore / fatturato ogni anno, mentre chi produce videogame, pur non ricevendo finanziamenti pubblici, produce circa 223.500 euro l’anno. Ed il settore quotidiani & periodici, così in crisi? Nonostante tutto ogni persona che lavora nell’informazione crea valore per 50.000 euro l’anno, quasi il doppio del settore musica. Tralasciando la pubblicità, che ovviamente ha una ‘resa’ altissima, solo il settore librario, tra quelli analizzati sembra fare molto peggio del sistema musica nel suo complesso.
Quel settore ormai non così piccolo che è la musica la filiera della musica d’ambiente o business music, probabilmente, fornisce performance più soddisfacenti del sistema musica nel suo complesso. Si tratta infatti di un settore ‘meta culturale’ dal duplice valore. Le aziende che ne fanno parte, infatti, prima di poter creare valore per sé, si occupano di pagare e far pagare ai loro clienti i diritti di utilizzo della musica a SIAE ed SCF.
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http://www.infodata.ilsole24ore.com/2017/01/25/lindustria-creativa-vale-48-miliardi-euro/