I Love my Radio rilancia le emittenti… ma solo 14% degli ascoltatori ha meno di 24 anni

I Love my Radio è una campagna in grande stile nata per rilanciare il sistema radiofonico italiano. Un sacco di spot su tutte le radio nazionali italiane, 45 cover in esclusiva non disponibili su Spotify e simili. La campagna è ben congegnata e tutte le emittenti, compresa Radio24, la spingono forte: “45 canzoni, una per ogni anno dal 1975 al 2019, selezionate dai direttori artistici delle emittenti promotrici.45 hit protagoniste dell’airplay degli ultimi 45 anni che i 45 milioni* di italiani che seguono la radio, possono già ascoltare… Una compilation virtuale, tutta da votare!”, scrivono sul sito.

Un mezzo che accompagna soprattutto in auto o negli spostamenti, nel cuore di un crisi economica e quindi pubblicitaria come quella che stiamo vivendo non poteva che aver bisogno di un rilancio. Infatti nel periodo di restrizioni una ricerca di GFK (“L’ascolto della radio ai tempi del covid-19”) ha confermato ciò che era facile prevedere: gli ascolti sono calati del 17%. Ci sono anche numeri positivi (+2,4%, tempo medio di ascolto che non cambia)… ma la sostanza resta e soprattutto la radio sembra volersi rilanciare soprattutto per i suoi ascoltatori più agè, ovvero la quasi totalità dei suoi ascoltatori.

Un recente ricerca (settembre 2019) di Radio Confindustria ha confermato, anche in questo caso, cosa era facile supporre: solo il 14% circa di chi ascolta la radio oggi ha meno di 24 anni, mentre la fascia 35 – 64 anni (ed oltre) costituisce lo zoccolo duro degli ascoltatori.

Cosa succederà a questo mezzo tra dieci o quindici anni? Senz’altro dopo i trent’anni tutti siamo più interessati alle news e abbiamo bisogno di “clock” di sottofondo piacevole che ricordi quant’erano belli i brani di quanto eravamo adolescenti (…), ma che oggi le tendenze musicali vengano solo in parte amplificate dalle radio è ormai un fatto assodato.

Lorenzo Tiezzi