Podcast revolution? Diritti self service? Il presente della radio in Italia non brilla

Nei giorni scorsi, da utente seriale di radio, tv, podcast, web (etc), ho riflettuto un po’ sulla situazione  podcast, radio e diritti. Se si continua a parlare moltissimo di una prossima e dirompente podcast revolution in ambito radiofonico, in realtà il futuro sta arrivando molto lentamente. La realtà è che l’uso tipo clock delle attività quotidiane della radio fm probabilmente resterà prevalente. Uno dei motivi è che la qualità dei podcast disponibili, spesso semi amatoriali, resta ben inferiore rispetto alla qualità di una radio come RTL. I podcaster, anche quelli internazionali, si parlano addosso. Sono di una noia mortale, non usciranno mai dalla nicchia. Un Giuseppe Cruciani farà mai solo il podcaster? Farà anche il podcaster, forse. Per ora resterà a lungo in radio (e in podcast).

Qualche volta tutti noi con la radio integriamo la modalità di ascolto “clock” con qualche programma in podcast, ma cosa fanno le radio italiane? Possibile che non riescano ancora oggi a rendere davvero profittevoli questi podcast? La pubblicità nei podcast su Radio24 e Radio Capital viene sostituita da un singolo spot iniziale. Stesso discorso per Sky, con MySky HD. Se questo tipo di utilizzo della tv e della radio diventerà prevalente, come sopravviveranno i network? Per la radio credo non accadrà mai, per la tv comunque resteranno i grandi eventi… ma sarebbe bene iniziare ad organizzarsi meglio.

E ancora, i brani musicali nei podcast su Radio Capital vengono tagliati nei podcast (…), ma ci sono sigle di programmi radiofonici che mettono insieme cover, sample, voci di doppiatori di dialoghi di film usate in modo seriale, ci sono mash up non autorizzati che entrano tranquillamente nella programmazione musicale dei network (mentre su Spotify ovviamente non ci sono).

Fare i futurologi è sempre difficile e spesso inutile. Limitandosi al presente, non viviamo un periodo facile e senz’altro al tendenza è una sola: non c’è sostituzione, c’è una continua sovrapposizione di tecnologie diverse, senza rivoluzioni.

(Lorenzo Tiezzi)