Viviamo tempi musicalmente interessanti, perché la musica che gira intorno in ambito pop, musica d’uso, spot, colonne sonore e dintorni è sempre interessante. Magari non durerà per sempre, ma racconta bene, anzi benissimo l’epoca in cui viene prodotta ed ascoltata.
A volte chi lavora nella filiera musicale, in un periodo di continue riprese e poche rivoluzioni musicali come questo (la ‘rivoluzione’ urban è in realtà la sua ripresa da black underground ad un ambito pop / leggero, senza per ora forse picchi memorabili), si sente “già imparato”. Ed è sempre un errore.
Nel frattempo, mentre si cerca finalmente una nuova rivoluzione (punk o sinfonica che sia), non è male andare ad ascoltare chi la storia l’ha già fatta plasmando tutto il chill out che sarebbe poi seguito.
Gli Art of Noise, con il loro nuovo progetto The Art of What? sono in concerto a Torino, per il TOdays Festival, il 24 agosto. Capisaldi della musica dance e pop, sono diventati la terza band più campionata della storia dopo i Kraftwerk e James Brown: è possibile ritrovare i loro sample quasi ovunque, da Janet Jackson a 2Pac, da Fatboy Slim a Missy Elliot. Di mezzo, ricordiamolo, c’era pure Trevor Horn, che non sarà però sul palco.
Ma chi sono e saranno per sempre gli Art of Noise? La loro “Moments in Love”, vagamente ispirata ai due accordi maggiori di settima aumentata che Satie usò nella prima delle sue Gymnopedies, è stata usata per decenni come sottofondo per le gesta erotiche di tante telefoniste sexy dalle tv private di tutto il pianeta. Il brano è del 1984. La prima compilation dedicata al genere, “Café del Mar” uscì nel 1994. A volte l’ispirazione ha bisogno di tempo per sedimentare e dare dei frutti.