Come riferiscono ANSA, Rockol e tante altre testa, Mogol, presidente SIAE, si dichiara favorevole alla proposta della Lega sul fissare un limite minimo del 33% di musica in italiano prodotta in Italia per la programmazione radiofonica.
Ribadiamo, almeno qui, visto che altrove se ne dimenticano un po’ tutti nei vari articoli ed in numeri imperdibili editoriali, il concetto della lingua: Elisa che canta in inglese non rientra nell’obbligo del 33% in onda, Elisa che canta in italiano invece si.
Mogol ha espresso la sua posizione in una lettera aperta inviata agli associati dell’istituto, come riporta Rockol. Ha fatto sapere infatti che “tale iniziativa avrebbe un impatto positivo sul mercato radiofonico italiano, generando maggiori introiti in diritti d’autore e in diritti connessi e contribuendo ad aumentare la quantità di musica prodotta in Italia”.
E che ne pensa Blandini, direttore generale di SIAE?
“Il repertorio musicale va considerato come un patrimonio nazionale. Il settore musicale in Italia rappresenta un importante volano economico per il nostro Paese ed è una significativa fonte di occupazione, soprattutto giovanile. È perciò fondamentale favorire la crescita, lo sviluppo e il rafforzamento della nostra identità musicale” riporta ancora Rockol. “A questo scopo è quanto mai opportuna la proposta di legge dell’onorevole Alessandro Morelli che mira a riservare una quota obbligatoria pari al 30% di musica italiana all’interno di programmi radiofonici nazionali, con una percentuale del 10% destinato alla promozione dei giovani talenti”.