Come molti, fino a qualche giorno fa non avevo mai sentito parlare di misofonia. Poi mi è capitato di leggere un bell’articolo su Il Post riguardo questo disturbo.
Che roba è? “E’ una condizione che porta a non sopportare alcuni tipi di rumore”. Spesso è la masticazione, ma può anche essere altro. “Il termine misofonia è recente, risale appena al 2000: la condizione non è quindi molto conosciuta e ci sono ancora poche informazioni in letteratura scientifica per spiegarla e per diagnosticarla”, scrive il Post. Tra i suoni considerati più fastidiosi ci sarebbero la masticazione altrui, il pianto dei bimbi, etc. Chi soffre di questo problema non ha problemi psichici, ma certi rumori possono provocare in loro malessere e reazioni rabbiose.
Chi scrive forse non soffre di misofonia ma sa bene cosa vuol dire balzare sulla sedia con fastidio per un rumore molesto. Sono assolutamente allergico a tutto ciò che suona ad un volume molto alto, soprattutto se amplificato. Non sopporto pure aspirapolvere e tanti campanelli. C’è ovviamente un motivo purtroppo “tecnico” e culturale: ho 47 anni, un udito ancora molto buono, ma più “fine” della media, visto che lavoro con la musica da decenni e ho trascorso oltre 5 anni come tecnico di palco di una orchestra classica. Per le mie orecchie quindi è in qualche modo naturale ascoltare un’arpa e chiedersi prima di tutto se è accordata. Visto che almeno una volta la settimana da decenni lavoro in discoteca (sia pure indossando sempre i tappi), la situazione delle mie orecchie, sia pure non patologica, non è certo ideale.
Casi personali a parte, la misofonia è un problema per chiunque gestisca uno spazio pubblico, perché anche se molti di noi ancora non lo sanno e forse non lo sapranno mai, molti di noi ne soffrono. Il comfort acustico, che sempre più spesso latita nelle nostre città, è invece uno dei motivi “inconsci” che ci fa scegliere un ristorante piuttosto che un altro. L’abbiamo scritto qui: è uno dei maggiori problemi di chi fa ristorazione. Troppo spesso chi progetta gli ambienti pensa al design ed alla funzionalità di essi senza tener conto dell’acustica. I risultati si sentono. Male.
(Lorenzo Tiezzi)