A pochi capita di viaggiare in auto la notte di Natale. Il 24 dicembre si mangia a casa con la famiglia, si va a messa, si ozia davanti alla tv… e si viaggia poco. In viaggio, quando la famiglia dorme oppure si è soli in auto e si cerca di star svegli, ovviamente, si ascolta la radio in FM, visto che le “infinite” possibilità del DAB ancora non possiamo usarle. Chi come chi scrive spesso si annoia con le selezioni musicali delle radio mainstream (i grandi successi e i grandi selezionatori non sorprendono) e quindi opta per le parole. Radio24, come è giusto che sia per una radio commerciale, la notte del 24 dicembre opta per noiose repliche.
L’unica opzione resta mamma RAI. Ovvero RadioUno. Perché gli altri canali o non si sentono mai (RadioTre) oppure non si capisce mai cosa ci stanno a fare (RadioDue). E che fa mamma RAI, pagata da tutti noi tramite canone e tasse per essere presente sempre in modo impeccabile, anche quando farlo è del tutto anti economico come la notte di Natale? Manda solo musica. Manda una ‘semplice’ playlist. Viene voglia di spaccare l’autoradio, soprattutto se
Dopo qualche improperio silenzioso, chi scrive ha deciso di continuare ad ascoltare, tra le nebbia e le pochissime curve della pianura padana. In un ordine semplicemente perfetto che purtroppo non ricordo più, ho ascoltato una versione live di “Wish You Were” di David Gilmour (non era quella ‘standard’ dei Pink Floyd, non la conoscevo), “Every Breath You Take” dei Police, una delle canzoni più perfette della storia della musica e “La Notte” di Arisa.
Senz’altro avrò ascoltato anche altri brani, ma per la playlist perfetta, quella che segna una notte o una vita, bastano tre brani. Due con una loro logica, uno di essi in una versione particolare, un classico troppo spesso dimenticato e uno completamente fuori contesto.
Solo chi ha coraggio da vendere e un media non commerciale a disposizione può avere la possibilità di accostare Pink Floyd, Police e “l’umile” Arisa. Quella con l’aria da bambina che ha fatto con buon successo la giudice ad X-Factor e totalizza pochissimi paganti. Un music provider raramente ha questa libertà ‘artistica’, perché “La notte” è un brano in italiano, lento, malinconico, riflessivo. E’ una canzone che da sola dovrebbe illuminare la carriera di un artista e se non succede è semplicemente uno sbaglio.
Ma l’universo del pop è pieno di stupidi misteri, ed il più grande è ovviamente perché Stevie Wonder non sia almeno al livello di Bruce Springsteen, venerato da tutti noi come Dio della musica… Per cui c’è poco da stupirsi dell’ingiustizia del panorama dello show biz. C’è solo da godere, quand’è possibile, della musica e di ciò che ascoltiamo alla radio.
Ogni volta che mi lamenterò, capiterà senz’altro, di mamma RAI, spero di ricordarmi della playlist perfetta ascoltata intorno a Campogalliano una notte di Natale. Vale tutti i canoni RAI pagati e da pagare, perché la musica fa questo ed altro.
(Lorenzo Tiezzi)