Come tanti papà e mamme di tutto il pianeta terra, come regalo di Natale 2019 alla propria prole sotto l’albero ho trovato Just Dance. Prima di infilare il disco del gioco nella ‘vecchia’ Nintendo Wii che utilizziamo ormai poco, ho attaccato la tv allo stereo di casa. La mia tv, anch’essa non recentissima, ha un audio davvero pessimo, mentre il mio impianto stereo Sony ‘compatto’, pur non eccellente, ci aiuta a godere di film e programmi in modo almeno decente.
Il gioco è visivamente piacevole e invita al movimento, ma ciò che davvero conta qui è il Suono. Uso la maiuscola non per caso. Il Suono può anche non essere musica, può essere naturale ma spesso è proprio musica, ovvero un insieme umano e organizzato di suoni. Spesso purtroppo la musica, quando la ascoltiamo male, è solo brusio, quasi un fastidio. E visto che oggi, anno 2019, un impianto audio che regali magia ce l’abbiamo tutti, bastano le cuffie dell’iPhone, non trasformare la musica in emozione è davvero un peccato. Anzi è un errore madornale per chi usi la musica nel suo marketing.
Just Dance ha una colonna sonora fatta di hit di diversi generi musicali tutte da ballare. Dai Daft Punk con The Weeknd a Calvin Harris con Dua Lipa, dai Maroon 5 a Pharrell, dalle hit anni ’90 a quelle rock and roll. Ogni brano, ovviamente proposto nella sua versione originale, suona benissimo, grazie ad un lavoro di mastering (ottimizzazione sonora) che rende tutte le canzoni decisamente ‘morbide’ e piacevoli all’ascolto. Certe percussioni si sentono di più che ascoltandole su Spotify, ad esempio. Chi ha curato il Suono di Just Dance ha messo insieme il sound pop dance del momento, che è vagamente latin ma non solo per far ballare, anzi muovere a tempo, le famiglie del pianeta. Il successo assoluto di Just Dance è decisamente musicale. E’, nei fatti, l’unica compilation al mondo che conti qualcosa. Anzi, è l’unico supporto musicale che conti davvero in un mondo di musica che ormai viene solo ascoltata in streaming.
Un lavoro simile viene effettuato sempre nei film e nelle colonne sonore dei videogame di qualità, ma dovrebbe essere effettuato da tutti coloro che propongono musica in spazi pubblici (hotel, negozi, piazze, concerti). Solo così, curando ogni aspetto della musica e del suono si crea oggi emozione. La musica da sola, anche quella originale, se diffusa male, come capita in troppi punti vendita italiani, non regala magia. Fa solo, male, sottofondo.
(Lorenzo Tiezzi)