Che il marketing sia sempre più sonoro e musicale è ormai un fatto acclarato. Se i media tradizionali hanno qualche difficoltà nel continuare a restare al centro della scena, se i social network, anche per motivi di diritti, spesso sembrano solo sfiorare la complessità di ciò che il paesaggio sonoro potrebbe offrire davvero… nel marketing continua a crescere la consapevolezza nell’utilizzo di musica e suoni adatti a “riempire” esperienze dei consumatori.
Damian Fowler su BBC (che per carità di patria e sobrietà qui su Soundscapes smetteremo di lodare e paragonare ad altri media di stato) fa un lungo excursus sulle ‘musichette’ di attesa telefonica chiamando in causa società che si occupano anche di questo specifico servizio, musicisti, psicologi della musica.
Leggere tutto dall’inizio alla fine è davvero istruttivo e divertente, anche se forse nell’articolo si dimentica di ribadire l’ovvio e pure di entrare in dettagli tecnici che fanno la differenza.
Senza una “musica d’attesa”, con un inizio ed una fine chiari, come fa chi è in attesa a capire che il loop sonoro sta per interrompersi e che finalmente parlerà con l’operatore? E’ davvero necessaria una voce che ripeta qualcosa tipo: “You’re waiting to be connected to the extension required” (sta per essere collegato con il numero richiesto)? E’ necessario o controproducente ripetere il nome del brand in ogni loop sonoro? Quanto deve essere questo loop?
Questo tipo domande sembrano banali, ma sono la realtà quotidiana di chi lavora con la musica ed il suono. Dare risposte ‘creative’ originali non è poi così semplice, visto che da decenni le musiche d’attesa più o meno vengono utilizzare allo stesso modo.
E oggi più di ieri, qualcuno che si lamenta ci sarà sempre. A leggere On Hold With, un divertente aggregatore che mette insieme i tanti lamenti sulle lunghe attese al servizio clienti di colossi come Paypal, Vodafone, Delta Airlines…
Una compagnia chiamata Fonolo offre, finalmente, un servizio piuttosto semplice, in fondo. Ovvero l’azienda richiama quando il numero è libero. Forse però far diffondere questo tipo di tecnologia non è così semplice. Forse costa semplicemente troppo. E non resta che rassegnarsi, utilizzando, se in attesa, il vivavoce, accessorio che ormai ogni smartphone possiede.
http://www.bbc.com/capital/story/20180817-the-art-and-science-of-being-on-hold