Le solite chart statunitensi riempiono pagine & pagine… ma non raccontano la musica

Come sanno da sempre tutti coloro che frequentano i media statunitensi, hanno un debole per le classifiche. Forbes su queste chart ha fatto la sua fortuna. La classifica dei più ricchi piace molto, perché sarebbe bellissimo, diciamocelo, farne parte, anche da metà in giù. Da qualche tempo questo magazine pubblica anche una classifica dei dj più pagati al mondo. La chart sembra però non tenere conto del resto del mondo, che, ricordiamolo, per gli statunitensi che lavorano con lo show biz, spesso è un’idea vaga. E’ dai tempi della British Invasion dei Beatles che funziona così: sui media e nello show biz gli statunitensi sono abituati a dominare. Lo svedese Spotify per loro non è che una trascurabile eccezione. Possibile che Martin Garrix, con due show alla settimana ad Ibiza, la Mecca dei Dj sia decimo, David Guetta sia solo ottavo (anche lui due show settimanali a Ibiza) mentre Tiesto, che invece suona spesso negli USA e poco in Europa sia terzo? E’ molto più probabile che per Forbes contino molto di più i guadagni percepiti negli USA…

Billboard, ovviamente in crisi di identità visto che le classifiche musicali contano ormai poco e niente nell’era dello streaming, ha da poco pubblicato una chart che racconterebbe i guadagni delle superstar musicali. La classifica ha subito trovato grande spazio anche sui quotidiani italiani, visto che a riportare una chart altrui costa poco tempo e pochissime energie. E così anche il Corriere della Sera ci racconta con grande stupore che gli U2, band che da anni non azzeccano davvero un disco, anzi sono il simbolo del fallimento di iTunes (ricordare il loro album pre-caricato sugli iPhone?), guadagnano molto di più con i concerti. La percentuale, per le rockstar, sembra sia 80% degli incassi dei concerti contro il 20% dallo streaming. Tutto questo sembra sia una novità, mentre la prevalenza della discografia sul resto della filiera della musica, in fondo, è durata appena un ventennio, più o meno dalla metà degli anni ’70 a metà anni ’90, quando sono arrivati i cd illegali, Napster etc. Negli anni ’60 i Beatles con i dischi non guadagnavano nulla, per questo erano sempre in tour. Quasi solo gli Abba e le Spice Girls sono diventati superstar senza fare concerti o guadagnando pochissimo da essi, basta analizzare la storia della musica pop rock per accorgersene.

Nulla di nuovo, nulla di cui stupirsi. E’ invece così divertente mettere in fila delle celebrity ed occuparsi della ricchezza e della fama altrui. Basta ricordarsi che musica, storia e dati reali sono da un’altra parte.

Sarebbe bellissimo leggere  se davvero ormai in Italia solo dallo streaming passino le novità musicali, visto che le hit radio, cover band, concerti di vecchie star e dj set pieni di hit dominano. Sarebbe necessario approfondire, fare qualche ipotesi sul futuro della musica, quella di domani. Ma siccome ipotizzare e analizzare costa fatica, continueremo a leggere di chart, ricchezze & bizzarrie di star.

(Lorenzo Tiezzi)

https://www.forbes.com/pictures/5b5f64344bbe6f48a94c3737/3-tiësto-33-million/#4183f5595813

https://www.corriere.it/spettacoli/18_agosto_11/u2-metallica-bruno-mars-band-musicisti-incassi-concerti-ricchi-d3ee1bd4-9ccb-11e8-bdf6-1676d51daf16.shtml