Radio Deejay sta rilanciando la sua televisione, Deejay TV (69 DTT). Da qualche tempo i tanti ascoltatori di questa emittente devono sorbirsi spesso un spot che più o meno dice: “il tuo locale, la tua palestra si sono affermati… ora si meritano Deejay TV”. In effetti, i tantissimi bar italiani, le tante palestre qualcosa devono pur mettere per riempire il tempo, le orecchie e gli occhi distratti dei loro clienti. Grandi catene come Autogrill, McDonalds o Virgin, di solito, fanno scelte diverse puntando sul loro brand, ma i piccoli esercenti hanno bisogno di un ‘sottofondo low cost’.
Il fenomeno radio in tv, creato nei fatti da RTL 102.5, per un certo tipo di spazi di passaggio, ad esempio i bar diurni, sembra perfetto perché mixa alla perfezione (poche) chiacchiere e (tanta) musica. Deejay TV, visto che a Radio Deejay ormai gli speaker parlano per lunghi, spesso infiniti minuti, per necessità mixa una playlist di video e qualche programma televisivo vero e proprio. Tra questi, c’è Deejay Chiama Italia, dalle 10 alle 12 e poi in replica la sera. Sembra davvero molto efficace una idea che Linus, il direttore di Deejay, ha probabilmente preso dalle tv gestite da Class che tutti vediamo nelle metropolitane milanesi: sotto i video passa una stringa con le notizie del momento.
Senz’altro una tv musicale svolge il ruolo di ‘sottofondo’ meglio di una rete generalista. Certo, ci sono anche parecchi spot che bar & palestre mostrano senza prendere un centesimo, anzi dovendo pagare pure SIAE ed SCF per la diffusione (mentre l’editore della tv incassa visto che può ‘vendere’ anche gli spettatori di luoghi pubblici)… ma non viviamo in un mondo perfetto.
Il punto è che oggi, soprattutto chi gestisce un pubblico esercizio o un punto vendita singolo deve farlo diventare una sorta di boutique. Deve riuscire a renderlo unico, a creare il suo brand. Utilizzare musica e video scelti da altri con un altro brand in evidenza sembra la scelta giusta solo in spazi ‘di passaggio’: la piccola palestra di un hotel ‘low cost’ con la tv ed il suo telecomando, un bar diurno da pausa pranzo, etc.
Copiare, nel piccolo, la strategia dei brand sembra invece l’unica scelta possibile per chi vuol crescere o almeno continuare ad esistere in un momento in cui la distribuzione sta spazzando via gli spazi tradizionali (online shoppping, Just Eat, Amazon, etc). Scegliere di non utilizzare davvero il potere di musica e video per ‘comodità’ potrebbe costare carissimo. Molto più che utilizzare un music / video provider.
(Lorenzo Tiezzi)