Qualche settimana fa Matteo Ceccarini, uno dei più celebri e bravi music designer italiani, ha pubblicato un album di musica originale chiamato “Geometric Physical“. L’etichetta / alter ego è Deriva Collective. L’album, disponibile su iTunes, su Spotify è disponibile anche su Spotify, la Bibbia della musica attuale, c’è… Ma si trova solo cercando Deriva Collective. Alcuni dei brani di questo progetto, decisamente interessante, sono presenti anche su Soundcloud, dove purtroppo sono stati ascoltati solo alcune decine di volte. Questo, ovviamente, non significa che la musica di Ceccarini non conti. Anzi, come certi capi di lusso, se la possono permettere in pochi, anche se è gratis.
Un po’ dispiace, perché quella di “Geometric Physical” è musica proprio bella. Robotica, come racconta lo stesso Ceccarini in una intervista a Io Donna, elettronica, a tratti inquietante, a tratti rilassante, è anche piena di suoni naturali come la voce umana, il canto degli uccellini e pure strumenti reali (archi, pianoforte). Molti di questi brani, anzi tutti, sono perfetti per le catwalk o per qualunque luxury shop del pianeta. Chi seleziona musica per punti vendita di brand legati al lusso potrebbe davvero utilizzarli ovunque nel mondo. Sarebbe una buona idea farlo, per le orecchie di chi lavora nei negozi e chi li frequenta, spesso annoiate da brani sin troppo uniformi dal punto di vista ritmico e sonoro.
Come nei brani delle mitiche compilation legate ad Hotel Costes, come nei set e negli album di Kruder & Dorfmeister, quella di “Geometric Physical” può essere leggera, di plastica, perfetta anche come ‘sottofondo’... oppure più vera della chitarra super distorta di una rock band. Dipende, in fondo, dalle orecchie di chi ascolta.
Il punto, forse, è un altro: ogni minuto, o anche più spesso, in ogni brano succede qualcosa. La batteria si ferma, entra un suono, un rumore, si riparte, si decolla, si cade miseramente… L’ascoltatore, per sua natura distratto, quando lo si mette di fronte a musica di questo tipo (che non è rock, che non è pop e non è musica d’arte), quando sente “Foresteasy”, non può che stupirsi piacevolmente.
(Lorenzo Tiezzi)
foto di Ale Burset tratta da Instagram
Una intervista di Matteo Ceccarini a Io Donna