«Oggi crolla definitivamente il monopolio SIAE, che non esiste più: è stata una lunghissima lotta partita nel 2011 con 85mila euro di finanziamenti e da un piccolissimo gruppo di persone. Da oggi una società privata come Soundreef lavorerà in piena legalità», ha annunciato poche ore fa durante una conferenza stampa Roma Davide D’Atri, Amministratore di Soundreef. La società, che ovviamente non è una start up (ancora oggi diversi giornalisti la definiscono così), collaborare con una nuova associazione no profit, LEA (Liberi Editori Autori). Secondo D’Atri, “La Legge di Stabilità dice che si può lavorare in concorrenza con SIAE dal 2018. Lea è operativo e riscuote quindi per conto nostro al posto di SIAE i diritti d’autore», ha aggiunto.
Anche Fedez, come racconta La Stampa e come tutti o quasi o quotidiani italiani, che a questa notizia danno un rilievo assoluto, come SIAE fosse il nemico pubblico numero uno, il simbolo dell’inefficienza italiana è ovviamente molto contento. «Ho creduto fin dall’inizio nel progetto dei ragazzi di Soundreef. Ero consapevole delle difficoltà cui saremmo andati incontro ma sapevo che si doveva rompere un monopolio e un sistema che agevolava pochi soggetti e i soliti. Oggi sono contento di poter rivendicare di essere stato in prima linea con Soundreef in questa battaglia tra Davide e Golia che alla fine ci ha visti tagliare il traguardo nonostante gli ostacoli che hanno cercato di metterci davanti».
Ovviamente questa che per i media è una ‘splendida battaglia di libertà’ non tiene affatto conto del punto di vista di chi oggi, se davvero andrà così, la musica paga per utilizzarla. Chi, nei fatti, paga tutta quanta la baracca del sistema musica. Da oggi, chi usa uno dei tutto sommato pochi brani tutelati da LEA / Soundreef, non è che avrà uno sconto da SIAE. Dovrà pagare sia SIAE sia LEA / Soundreef.
Soundreef ovviamente è così piccola da poter giocare col fuoco e sa bene che molti utilizzatori, da oggi, smetteranno di utilizzare i suoi brani finché la situazione sarà più chiara.
La risposta di SIAE è ovviamente secca, ma il colpo di Soundreef è forte.
“SIAE esprime sconcerto per quanto emerso oggi nel corso della conferenza stampa organizzata da Soundreef per annunciare l’accordo con Lea. La gestione collettiva del diritto d’autore è un argomento serio, frutto di battaglie condotte per anni dagli autori ed editori per una loro sempre maggiore tutela.
Non si è mai vista una organizzazione di autori ed editori “telecomandata” da una società a scopo di lucro, che non rispetta la trasparenza, i controlli e gli obblighi imposti dalla legge.
La tutela del diritto d’autore non è una attività che si improvvisa con una associazione no profit creata ad hoc, in evidente conflitto di interessi – di cui Soundreef è cliente e fornitore – e presieduta da un consigliere di amministrazione di Soundreef stessa.
Per questo siamo certi che le Istituzioni e le Autorità preposte verificheranno questa evidente finzione”.