La telenova SIAE vs Fedez (Soundreef) è ormai diventata uno degli argomenti più amati dai quotidiani italiani. Gli articoli usciti sul Corriere della Sera e su tutti o quasi gli altri quotidiani il 25 luglio 2017 confermano che il tema dei diritti musicali, in sostanza ignorato dalla notte dei tempi, quando c’è di mezzo il genio comunicativo di Fedez piace molto. Le star musicali dopo Vasco latitano e le pagine degli spettacoli, con questi temi, si riempiono facilmente.
Piace molto anche la contrapposizione Davide (la piccola e combattiva Soundreef) contro la vecchia e monopolista SIAE, spesso scritta Siae, come fosse un nome proprio e non una sigla. E’ un dettaglio? No. Serve a far capire come SIAE per tutti o quasi sia ciò che conosciamo, ovvero la rappresentazione dell’inefficienza, mentre Soundreef il nuovo che avanza.
Che ciò, nei fatti, non sia vero e che tra gli artisti e gli utilizzatori di musica non ci sia affatto una corsa verso Soundreef, per i media in cerca di una bella storia da raccontare, conta poco.
Certo, SIAE, non è in una bella situazione. L’Antitrust continua la sua azione. E soprattutto, dopo un’azione legale di Soundreef, all’organizzatore Gianmario Longoni che aveva pagato solo SIAE per un concerto di Fedez, un giudice ha imposto di pagare anche 3.800 euro a Soundreef. SIAE dice che si tratta semplicemente di una fattura non pagata, che il giudice non è entrato nel merito dei diritti musicali. D’Atri di Soundreef dice invece che per oltre la metà di 20 recenti concerti di Fedez gli organizzatori hanno pagato “direttamente” la sua società, senza passare per SIAE. Ovviamente si tratta solo del primo grado di giudizio, poi vedremo.
Tra le varie cronache, più o meno imprecise, della vicenda, spicca quella de La Stampa: la commissione europea starebbe per multare l’Italia per l’esclusiva SIAE nella raccolta di diritti. Ed il deputato PD “Emiliano Minnucci, a distanza di quattro mesi dall’ok alla riforma, oggi propone di superare questo discusso monopolio limitando l’esclusiva della Siae ‘ai soli segmenti di mercato dove la rete territoriale della società può offrire un valore aggiunto’….”, ovvero proporrebbe di fare ciò che già nei fatti succede oggi, visto che l’esclusiva SIAE riguarda solo la raccolta.
Evidentemente la questione della raccolta di diritti è davvero difficile da capire anche per i giornalisti e SIAE non sta comunicando bene il lavoro che fa da sempre. Solo SIAE in Italia e le sue grandi consociate estere nei rispettivi paesi, nei fatti, possono davvero raccogliere diritti da tutte le discoteche, da tutte le feste di paese, da tutte le parrocchie, da tutti i music provider. Non ci sono solo i concerti delle star come Fedez, ci sono i pub, le radio, il web.
Piacerebbe infine che qualche giornalista decidesse di raccontare la vicenda anche dalla parte di chi paga per utilizzare la musica, degli organizzatori, dei discografici (etc) e non solo di una superstar come Fedez. Per ora è un sogno del tutto irrealizzabile.