Grazie a servizi streaming come Spotify ed una costante evoluzione tecnologica, si può ormai avere musica dappertutto a costi sempre più bassi. Anzi, per i privati e al netto dei diritti di diffusione, assolutamente gratis. Anche se quasi nessuno se ne sta accorgendo, dopo il periodo dell’mp3, ovvero della fine della discografia come la conoscevamo, oggi la musica sta cambiando ancora. Se con YouTube si ha a disposizione tutta la musica, ma non organizzata in playlist, grazie a Spotify sembra di poter ascoltare proprio tutto. Anzi, i software di Spotify organizzano ogni giorno Playlist proprio per noi, sui nostri gusti, “capendo” cosa potrebbe piacerci.
Chi non è così appassionato di musica, chi crede che in fondo un logo in fondo valga l’altro, chi è convinto che un architetto ‘low cost’ sia uguale ad un archistar, chi crede che per un “sottofondo” bastino suoni di bassa qualità, può senz’altro accontentarsi di playlist generate da tag e software. Chi invece conosce davvero il valore della musica, se che esso non è quantitativo. Non basta mettere un po’ di musica per generare magia ed emozione. Bisogna proporre proprio quel sound, quella canzone, in una playlist coerente. Va ripetuto perché ancora non è così chiaro: visto che oggi tutta la musica è disponibile dappertutto, la selezione musicale oggi è ancora ancora più essenziale.
E’ questo, in fondo, il messaggio del più recente spot di Radio Deejay, una delle poche emittenti italiane che non si limita a proporre successi o brani di artisti italiani già noti. Il testo, più o meno, dice “Li cerchiamo, li troviamo, li suoniamo” e poi fa ascoltare uno dei nuovi successi lanciati proprio dall’emittente diretta da Linus e non da altre, non da Spotify. Qualche esempio? La divertente ed energica “Ponteme” di Jenn Morel, che non è il solito successo internazionale che viene importato in Italia, è una canzone che Deejay (come tante) ha scelto di lanciare.
Essere innovativi nella selezione, in un mondo in cui tutta la musica è sempre disponibile, sembra ancora più difficile. Eppure è l’unica scelta possibile.
La qualità della playlist è ciò che davvero fa la differenza anche per quel che riguarda i music provider, ovviamente. La qualità complessiva della musica negli spazi pubblici italiani sta crescendo, ma raggiungere l’eccellenza globale la strada è ancora molto lunga. Affidarsi ad uno dei music provider di AMP potrebbe essere proprio per questo una scelta vincente.
(Lorenzo Tiezzi)