Come mi disse una volta Stefano Noferini, superstar italiana dell’elettronica sempre in giro per il mondo, me lo disse almeno 6 o 7 anni fa: “Beatport, con le sue chart ed il buzz che creano, è la nuova promozione, non deve essere considerato una fonte di guadagno per un dj. Un dj per i suoi guadagni deve contare soprattutto sui cachet delle serate, dai dischi non si può guadagnare”.
Oggi che la discografia, fenomeni pop a parte, sta diventando un piccolo universo simile alla dance, la più umile delle musiche, un piccolo stagno in cui si incassa qualcosa, non molto, quasi solo tramite sincronizzazioni, spot tv e concerti (perché YouTube & Spotify creano poco valore), pure Facebook sta diventando come Beatport.
Il musicista elettronico, e pure quello pop, se non arriva ad essere una star e forse anche quando lo è, mica può pretendere di incassare qualcosa tramite Facebook o Soundcloud. Deve utilizzare tutti i tool promozionali di questo social network e pure quelli di Instagram (la proprietà è la stessa) per promuovere la sua attività.
Se non lo fa, è vecchio e rischia di uscire dal mercato. Ecco ciò che hanno detto senza dirlo, nei fatti, importanti consulenti legati ai colossi di Zuckemberg all’IMS di Ibiza, importante meeting per gli addetti ai lavori del clubbing, in un master class dedicato a nuove tecnologie come Messenger bot, Facebook live and tour creation.
Non una sola parola, in questo meeting, su quando Facebook & Instagram si degneranno di pagare quanto dovuto per l’utilizzo di musica pubblicata dagli artisti o dai loro fan, come già accade da tempo su YouTube e Google.
Veniamo, per fosse interessato alla cosa, ai nuovi strumenti promozionali. Al meeting hanno partecipato l’americano Glenn Miller, solo omonimo del musicista e legato a Facebook, Entertainment Partnerships EMEA; Patrick Walker (Facebook, Director of Media Partnerships EMEA, UK) e Scott McKenna (Facebook, Entertainment Partner Services EMEA, UK) dando strumenti concreti per come gestire la propria community sui social.
E’ stato citato l’esempio di Hardwell, tra i primi ad usare i bot. Il dj olandese ha totalizzato ben 60.000 user nelle prime 2 settimane, un milione di interazioni ed un miracoloso 6000% in più di conversazioni coi fan.
E’ stata poi raccontata l’efficacia di Facebook Live, funzionalità perfetta secondo i consulenti, per i musicisti in tour. Inutile spiegare qui di che si tratta perché lo sappiamo già un po’ tutti e usiamo già questa funzionalità con amici e parenti… poche star del mixer, evidentemente, usano queste cose in modo strutturale e creando appuntamenti fissi, altrimenti i consulenti di Zuckemberg non passerebbero del tempo a spiegarle a top dj, presunti tali e manager ad Ibiza.
Meno conosciuto, per ora è Tour Creation, un nuovo tool che unisce i vari eventi appunto in un tour. Tra i vari tipi di video, quelli che funzionano di più sono quelli di backstage, che però gli artisti fanno poco volentieri… Anche questo pare ovvio, ma evidentemente c’era bisogno di dirlo.
(Lorenzo Tiezzi)