Come è già stato testimoniato da diversi studi, i ristoranti sono spesso troppo rumorosi. Andare a mangiare qualcosa al Mercato Centrale grande ‘street restaurant’ ospitato al primo piano dello storico mercato coperto di Firenze è veramente piacevole, per occhi e palato, visto che l’edificio è affascinante ed i piatti semplicemente unici (dalla pizza al panino col lampredotto, tutto curato da produttori di qualità). Le orecchie invece, purtroppo, soffrono. Per colpa delle vetrate, dell’alta dimensione dell’edificio e di un generale disinteresse per il comfort acustico degli ospiti (a come non far scappare il calore verso l’alto si è pensato, almeno po’), ascoltare l’originale selezione di canzoni italiane ‘laterali’ curata da Alessio Bertallot diffusa nello spazio, è però quasi impossibile. La radio, che passa da “Andare” di Marcella e Gianni Bella ad “Inno Nazionale” di Carboni ed arriva a capolavori di De Andrè, è invece disponibile sul bel sito del Mercato. L’idea di inframezzare, online, le canzoni col rumore d’ambiente dello spazio e pure qualche breve frase di italiani come Pasolini funziona. Il problema è che può venire il sospetto che questo tipo di ‘playlist’ sia utilizzato pure all’interno del ristorante, visto che all’interno dello spazio si percepiscono solo accenni di melodie e ‘silenzi’ pieni d’eco. Mercato Centrale ha comunque un’immagine coordinata curata in ogni minimo dettaglio, frutto di una ricerca di marketing che a tratti sfiora l’arte. E’ un progetto in crescita e da qualche settimana è nato pure uno spazio a Roma, situato presso la Stazione Termini. (Lorenzo Tiezzi)
Mercato Centrale fa eco
