Partiamo da una presentazione più o meno oggettiva dei fatti, che siccome sono artistici non sono poi molto fattuali ovvero incontentabili e indiscutibili.
Dieci anni dopo la scomparsa della moglie e partner artistica Jeanne-Claude, Christo realizza The Floating Piers, un progetto che avevano concepito insieme molti anni prima, un ponte galleggiante che nel 2016 le sponde del lago d’Iseo. CHRISTO – Walking on Water, documentario girato da Andrey Paounov e attualmente disponibile ad esempio su Sky, presenta la costruzione di una delle opere d’arte più grandiose che siano mai state realizzate. Sullo sfondo di questa “follia”, le complesse trattative a metà fra arte e politica, le sfide ingegneristiche, le imprese logistiche, per non parlare della pura forza della natura, illustrata da panorami mozzafiato – vediamo dispiegarsi il sogno di un artista e ci avviciniamo all’uomo che lo insegue: Christo.
Veniamo alle opinioni, forse più interessanti. Ho vissuto il lago d’Iseo grazie a Christo con mia moglie, camminando per ore sull’acqua, evitando le code con maestria prima (siamo arrivati in barca) e totale incompetenza poi (eravamo rientrati sulla terraferma grazie alla mia distrazione, ma un aperitivo un po’ salato ci fece saltare l’immotivata fila).
Quindi i moli galleggianti di Christo resteranno per sempre nel mio cuore e nei miei ricordi artistici, così come le Piramidi di Giza e Saqqara che vidi da bambino, la mia Firenze, San Pietro e poco più.
Per questo ho amato moltissimo il documentario sull’opera, CHRISTO – Walking on Water, girato dal regista come fosse un thriller. Fregandosene altamente di dare troppe banali informazioni, Paounov vuol far scorrere tensione. Fa vedere come lavora il bulgaro Christo, un personaggio davvero simpatico e molto bravo a fare PR di se stesso.
In realtà il grande protagonista del documentario è suo nipote Vladimir Yavachev, definito “direttore operativo”. In realtà fa tutto lui: guida le auto, il motoscafo, salva le bambine, vende le opere di Christo.
Le litigate tra zio e nipote sono epiche, inferiori solo a quelle tra il team bulgaro e i burocrati italiani. Sembra di vedere un film di Kusturica, solo che sembra tutto vero. Il regista non ci dice manco chiaramente che Vladimir è il nipote di Christo, ma in fondo chi se ne importa? L’arte è tutta finzione, un documentario deve tralasciare quasi tutto, per raccontare l’essenziale.
CHRISTO – Walking on Water sarebbe stato piacevole anche senza musica, visto che il suono in presa diretta del documentario è eccellente, anche se non si vede un solo microfono in scena.
Ma è la musica di Danny Bensi e Saunder Jurriaans a rendere un’opera così particolare, divertente e contemporaneamente documentaristica unica.
Sono compositori di musica per il cinema pluripremiati. Lavorano insieme da più di vent’anni. Negli ultimi otto anni, hanno composto ben oltre 100 colonne sonore per il cinema e la TV. Recentemente sono stati anche scelti per scrivere una nuova partitura per la stagione 4 di Fear The Walking Dead (AMC) e hanno anche lavorato per la seconda stagione di American Gods.
Se CHRISTO – Walking on Water è anche un thriller è perché i ritmi ipnotici di Christo sono quelli del sound pulito (archi, fiati, percussioni orchestrali) dei due compositori fanno da contrappunto ad ogni scena.
La musica d’uso creata da Danny Bensi e Saunder Jurriaans è dannatamente efficace. Sicuramente i produttori del documentario li avranno lautamente pagati, visto che sono professionisti molto diversi.
Ma chi vuol ottenere dalla musica il massimo non può che fare questo: creare o far creare musica originale che dia emozione.
(Lorenzo Tiezzi)