Qualche settimana fa mi ero posto una domanda. Visto che per colpa del Covid-19 gran parte del mondo occidentale è impossibilitato a vivere la musica “live”, come va il mercato della musica dal vivo in streaming? Può essere lo streaming una fonte concreta di ricavi per l’industria musicale?
La domanda credo fosse più che lecita. Gli eventi online non sono stati poi molti, in questi lunghi mesi di pandemia. Ma i pochi eventi organizzati e promossi come si deve stanno avendo un successo assoluto.
L’evento online (chiamarlo solo concerto sarebbe riduttivo) di Dua Lipa ha venduto ben 284.000 biglietti a pagamento nel mondo, con oltre 5 milioni di visualizzazioni totali di spezzoni visti gratis su YouTube.
Anche il nostro Andrea Bocelli, star mondiale sospesa tra lirica e pop, ha venduto tanti biglietti per il suo concerto di Natale online da Parma: oltre 50.000. Bocelli ha ovviamente un pubblico adulto, non poi così digitale e guarda caso punta molto su Facebook, riempiendolo di eventi musicali anche live gratuiti, forse troppi… Per cui il numero di biglietti, 50.000 conta in prospettiva. Moltiplicarlo almeno per tre o per quattro in breve tempo potrebbe essere reale.
Decisamente importanti anche i numeri dello streaming a pagamento di Tomorrowland, grande festival dance pop belga. Su YouTube i follower sono quasi 10 milioni per questa realtà. Tomorrowland ha dichiarato di aver venduto ben un milione di biglietti (quasi quattro volte i numeri di Dua Lipa) per Tomorrowland Around The World, evento che ha preso vita a fine luglio 2020, ed ha ovviamente in programma un grande party di capodanno con tanti super dj tra cui David Guetta, Lost Frequencies, Major Lazer, Martin Garrix (…). Tomorrowland cura in modo maniacale la ripresa degli eventi e pure questo fa la differenza, oltre all’abitudine del giovane pubblico del festival a comprare online in anticipo: sono anni che i diversi weekend in presenza del festival vanno sold out in pochi istanti.
E quindi sì, il mercato della musica live in streaming esiste. Ma la maggior parte delle star musicali sembra ancora impaurita e attende invece di misurarsi con il mercato e attende, come sempre o quasi del resto, tempi migliori… Gli organizzatori di concerti invece di provare e forse sopravvivere, attendono. Contenti loro.
Si spera invece che i musicisti normali, le tante non star di talento, possano presto in qualche modo sostentarsi suonando live in streaming. La speranza è che il pubblico riesca ad appassionarsi anche alla musica e non solo ai grandi eventi. E non è una speranza vaga. Se l’offerta crescerà, così farà anche l’interesse del pubblico.
Belle iniziative come Plugged PolaMolloy, ovvero una serie di concerti “indie” live online a pagamento, speriamo si moltiplichino. Servono quanto e più della beneficenza di Scena Unita. Perché la musica vale se ha un costo, sennò è “solo” sottofondo mentre si mangia o ci si compra un maglione. Scriverlo qui, sul blog di AMP (Associazione Music Provider) non cambia il mondo, ma è importante.
(Lorenzo Tiezzi)