Inutili cover ‘da sottofondo’? Meglio il sound acustico de “il treno va” (Radio24)

Che Gianluca Nicoletti sia uno dei pochi conduttori radiofonici italiani “adulti” (non è Marco Mazzoli dello Zoo di 105) ad avere un suo stile personale lo dice il suo successo. Prima alla RAI (Golem), poi a Radio24 (Melog, etc), ascoltarlo è spesso sorprendente e sempre piacevole. E’ un uomo maturo, ha un figlio autistico e sicuramente avrà i suoi problemi, come tutti noi. Tuttavia, anche se la sua vita ce la racconta, quando è in onda alla radio di ciò che non è davvero radiofonico non ci dice niente. Per questo non annoia, mai.

Nicoletti, come Lorenzo Jovanotti per la musica italiana pop, non può, non riuscirebbe a non essere originale e radiofonico. Se si mettesse a fare un programma serio su come far fare più figli a italiane e italiani (programmi che se fossimo in UK la BBC farebbe davvero, come li fa sulle cattive abitudini alimentari o sulla malate dei britannici), lo farebbe in modo ironico, originale e dannatamente veloce, immediato…

Tutto questo non ha molto a che fare con Soundscapes, ma ciò che segue qui si. Su Radio24, oltre che Melog, conduce nel weekend (d’agosto ogni giorno) un programma forse più originale e senz’altro più musicale di Melog. Il Treno Va è un insieme di storie, di solito al femminile, che Nicoletti ‘finge’ di raccogliere sui treni italiani. Ex legionari (nel senso di ex appartenenti alla legione straniera), investigatori, provocatrici, signore che finalmente vivono un po’ di libertà e che solo dopo minuti e minuti di conversazione confessano di essere state picchiate da bambine, marinai, giovani ragazze con cui Nicoletti ovviamente ‘flirta’ un po’. E’ un programma in finta diretta, montato con delicatezza, decisamente esile. E’ un programma da equilibristi e per questo cucito addosso a Nicoletti.

Coautore del programma è è Fabrizio Intonti, che seleziona anche i brani musicali che fanno da intersigla oppure dividono una storia dall’altra. E’ musica quasi sempre acustica, sempre o quasi interpretata da voci femminili. Niente cover in acustico annacquate, niente musica solo piacevole senza contenuto, niente di troppo impegnativo e ‘cerebrale’, niente di troppo immediato e banale. Una selezione musicale di questo tipo fa il suo lavoro alla perfezione: permette alle orecchie di chi ascolta di far “riposare” ciò che dovrebbe stare tra una e l’altra, ovvero il cervello e la mente degli ascoltatori.

Non sapevo che la selezione più o meno completa di questi brani Fabrizio Intonti e Radio24 l’avessero pubblicata su Spotify. Ovviamente, siccome si tratta di una selezione di qualità assoluta, creata da chi si occupa di altro (radio parlata di qualità), i follower sono pochi. Troppo pochi. Incredibilmente pochi rispetto alla qualità musicale, artistica, sonora (…) di quanto proposto. E ovviamente una playlist di questo tipo è un po’ di nicchia, perché i brani sono scelti per essere contrappunto di parole e pensieri, ascoltarli uno in fila all’altro non è la stessa cosa. Per questo, visto che in certe nicchie di piacevolezza chi scrive col tempo ha capito di trovarsi proprio bene, chi scrive è da oggi un follower appassionato.

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