Qualche settimana fa abbiamo descritto qui le belle possibilità del futuro musicale. Nonostante tutto, nonostante (o grazie a) Tik tok non viviamo tempi musicalmente cupi.
Perché tornare ancora sull’argomento? Perché l’ottimismo di chi scrive, a volte, è davvero esagerato. E troppo spesso chi è di fronte all’abisso armonico, melodico e pure sonoro, non lo vuol vedere. E logico intravedere un futuro radioso, pieno di musica nuova… sapendo però che è probabilmente sarà chimera. Soprattutto in ambito pop italiano .
Perché i problemi ci sono, e son tanti… Possibile che nella divertente “blun7 a swishland“, il simpatico Tha Supreme (che l’immagine di un cartone “live” in stile Gorillaz, nulla di così dirompente) stia semplicemente clonando in modo un po’ annacquato la più originale Madame, che è italiana, e pure mille altri originali internazionali?
Tha Supreme ha infatti fin troppi riferimenti e solo nella sua scena, e solo in quella. Non cita David Bowie, figuriamoci, o almeno Drake, TheWeeknd o Post Malone.
Sia chiaro, ispirarsi va benissimo. Se la musica classica, ovvero la musica d’arte occidentale, per secoli si è evoluta per variazione di temi melodici e armonici della tradizione, la musica pop rock, infatti, da sempre va avanti per imitazione. Chi sarebbe stato De Gregori senza Bob Dylan?
Oggi che motivi tecnologici (i computer fanno magie) e soprattutto per mancanza di una coscienza artigianale dei musicisti è di così basso livello, oggi che capacità performativa, capacità di improvvisazione, originalità sonora, per non parlare di armonia e melodia (…) sono così di basso livello… oggi e solo oggi la citazione è però diventata clonazione.
Anche i sample, per motivi legali, sono scomparsi. Tanto si riescono a creare continuamente sound-alike del successo del mese precedente e il pubblico, con gli addetti ai lavori (discografici, radio, music designer, etc) si accontentano di poco. I rischi sono quindi molto alti. Il rischio di un “impantanamento” (sonoro) della pop music, soprattutto in Italia, è totale, assoluto, vicino.
Restando a Tha Supreme, l’album “23 6451“è senz’altro piacevole dal punto di vista sonoro e pure i testi sono divertenti. Il ritmo fluisce molto bene. Gli arrangiamenti sono perfetti. Sin troppo. Si sentono “sopra” le canzoni, perché le canzoni sembrano scomparire in un oceano ordinato, fin troppo ordinato, di suoni.
E Tha Supreme, giovane rapper / trapper celebrato da un’apparizione ad X-Factor e dalle lodi di Linus (Deejay), partendo così “dal basso”, ovvero dall’incarnare in modo così vuoto le tendenze internazionali e quelle più originali italiane, anche se oggi piace molto, farà mai un tour non negli stadi, ma alcuni nei club italiani?
Se i producer, soprattutto quelli italiani, continuano a ripetere gli stessi giri armonici, con gli stessi beat cercando solo la perfezione sonora, oggi non così difficile da raggiungere grazie alla tecnologia (…), come cresceranno i personaggi? Quando avremo finalmente star musicali che facciano girare tutta la baracca?
La Dark Polo Gang, tra i “capostipiti” della trap italiana, quanti paganti ha collezionato in carriera? E Sfera Ebbasta, che oggi è diventato fin troppo pop / visibile grazie ad X-Factor?
Possibile che gli stadi debbano riempirli solo Vasco Rossi e Cesare Cremonini? In realtà, gusti personali a parte, il livello musicale della scena pop / trap italiana, c’è poco da stupirsi. Piuttosto, c’è da preoccuparsi… oppure da aspettare una rivoluzione punk, o techno punk stile Prodigy. Forse i tempi per questo rinnovamento totale, che ovviamente partirà dall’azzeramento dell’attuale inconsistenza sonora, così perfetta, e così perfettamente inutile, non sono così lontani. Potrebbe non essere un male.
(Lorenzo Tiezzi)