Ascoltare musica al tempo dei social…

Secondo un recente report di MIDIA Research, un report ovviamente già riportato solo nei titoli (e non nella sostanza) da diversi media italiani, ognuno di noi come “consumatore di contenuti media” passerebbe circa 4 ore al mezzo al giorno fruendo di intrattenimento digitale…

La ricerca, come purtroppo sempre più spesso accade, non è disponibile nella sua totalità, viene comunicata solo per promuovere un evento, previsto per il 20 novembre. MIDIA Research organizza infatti un bel “Peak Attention seminar & networking event” per il 20 novembre. L’evento è ovviamente a pagamento.

L’attività prevalente sarebbe, secondo un’indagine che sembra fatta con la solita vecchia metodologia dell’intervista in cui ognuno di noi racconta solo e soltanto il meglio di sé (senza mai raccontare la verità, tipo la fruizione del porno online o la perdita quotidiana di molte ore sui social), sarebbe guardare la tv o contenuti in streaming, seguita dal “non fare niente” ed ascoltare musica.

Ecco come ognuno di noi passerebbe le proprie 30,73 ore di intrattenimento digitale settimanali

11.2 (ore alla settimana): tv, streaming
4,9 non far niente, rilassarsi
4,6 ascoltare musica
3,9 social media
3,2 leggere libri e riviste, guardare il tg
3,1 videogame

Sia chiaro, sono dati importanti, se il campione di intervistati (non comunicato) è ben fatto. Ma bisogna partire dalla sostanza: il risultato della ricerca è quello che un campione di noi racconta di sé. Tutto questo non rappresenta minimamente la realtà, ma il racconto di essa che ne vogliamo fare.

Nei nostri splendidi racconti, guarda caso, la musica vince, sui social media e su molte altre cose.

Ma la realtà è davvero questa?

Davvero passiamo più tempo ascoltando musica che sui social? O ci piace solo raccontarlo?

Senza partecipare all’evento, senza avere altre informazioni su una ricerca condotta comunque con un metodo discutibile e senz’altro poco costo, sappiamo che oggi ascoltare musica è più dignitoso, dal punto di vista sociale, che giocare ai videogame e soprattutto “perdere tempo” sui social.

Conosciamo qualcuno che non dica apertamente di essere appassionato di musica?

La realtà, purtroppo, è ben diversa. La musica, anche il pop da sempre diviso in brevi contenuti facilmente fruibili, le canzoni da 2 / 3 minuti, per toccarci davvero dentro, ha bisogno di un po’ della nostra attenzione.

Le orecchie si aprono da sole, non possono chiudersi, a differenza degli occhi. Ma senza un po’ di lavoro, di voglia, la musica non arriva dove arriva da sempre, ovvero al cuore.

Oggi che la soglia di attenzione si abbassa sempre di più, la musica deve combattere con mille altri stimoli più epidermici, più immediati, più concreti.

La filiera della musica registrata, oltre a realizzare ricerche & convegni, dovrà impegnarsi seriamente per creare contenuti nuovi, capaci di far emozionare davvero chi ascolta.

Lo streaming a pagamento rappresenta una realtà molto efficace per l’ascoltare “evoluto”, Tik Tok  è perfetto per coinvolgere bambini e giovanissimi… ma il lavoro da fare è molto.

(Lorenzo Tiezzi)