Alzi il volume? La musica diventa rumore (ma non te lo dirà nessuno)

In troppi luoghi pubblici la background music viene ancora oggi diffusa ad un livello sonoro pressoché inudibile. A volte ancora oggi capita ancora che “grandi” architetti, nei  scelgano le casse per la loro forma e optino per soluzioni senza senso dal punto di vista sonoro (casse su vetro, casse piccolissime, etc).

In generale però il problema è quello opposto: è quando la musica viene diffusa a volumi troppo alti con impianti pessimi, in ambienti low fi dal punto di vista acustico, che crea davvero problemi.

Manca ancora un approccio organico al comfort acustico di pubblico (concerti, discoteche, dj bar) , clienti (negozi) o ospiti (hotel, ristoranti)

Se un impianto audio potente, anzi troppo potente, costa ormai poco, costa evidentemente ancora “troppo” da un punto di vista culturale curare tutto il processo che porta alla diffusione musicale nel giusto ambiente.

In generale, con volumi si sta esagerando. Oggi che i vagoni dei convogli ad alta velocità sono abbastanza ben insonorizzati, perché far saltare i passeggeri ad ogni annuncio? Perché non ricordare invece ai passeggeri che in treno le telefonate devono essere brevi, a bassa voce e poche?

Se le discoteche vengono frequentate poco da chi ha più di 25 anni non è solo perché si sono evolute poco negli ultimi anni. Troppo spesso in questi luoghi la musica ha un volume insopportabile.

I dj, spesso resi sordi da decenni di professione, distorcono e comprimono ogni frequenza. La musica va sentita anche nello stomaco? Certo, ma solo sul dancefloor. E troppo spesso mancano spazi in cui chiacchierare (spazi che invece non mancano nei dinner & dance, locali che guarda caso stanno crescendo).

Gestori di locali e professionisti del suono e della musica hanno a disposizione ormai impianti potentissimi. Grazie alla loro insicurezza, spesso alzano il volume della musica pensando che la quantità sonora possa in qualche modo aiutare la qualità di intrattenimento della serata… ma non funziona così. E se per i giovanissimi la musica non è mai troppo alta, tutti gli altri non si trovano bene.

Chiudiamo con l’inferno sonoro dei concerti pop rock. Anche in queste situazioni quasi sempre il volume supera non solo i limiti di legge ma quelli di normale tolleranza dell’orecchio umano. Tornarsene a casa “con le orecchie che fischiano”, qualche volta, può anche essere piacevole.

Sarebbe utile che lo Stato Italiano, oltre che multare noi automobilisti, multasse finalmente e con regolarità anche chi diffonde musica a volume intollerabile. Non perché disturba i vicini, ma perché una società di sordi è senz’altro un problema.

La situazione non è così chiara ai professionisti meno avveduti perché chi non sta bene in un locale o a un concerto per volumi troppo alti o musica distorta, poi sta a casa…  Ma senz’altro non parla con il gestore / organizzatore. Capita perché non riesce a capire il motivo di una serata non riuscita. Anzi, spesso il cliente / ospite / pubblico crede che il volume in certe situazioni debba per forza essere “troppo alto”. Ma l’errore non è suo: è di chi gestisce i locali o organizza concerti.

(Lorenzo Tiezz9