I media danno ‘i numeri’ sullo streaming: Mamhood e non Meduza, i “problemi” di Netflix & Spotify…

E’ estate, c’è magari il tempo per riflettere un po’ di più e non farsi inseguire da news e numeri in ambito show biz… numeri che comunque sono sempre più spesso oggetto di articoli e “analisi”. Si potrebbe partire dai cachet dei dj che Forbes pure quest’anno ci regala e che migliaia di testate nel mondo prendono per buoni. Le fonti di Forbes quali siano in fondo non interessa a nessuno. Molto più importante mettere in fila i guadagni presunti delle star. 

Ad esempio Midia Research ha appena pubblicato un interessante report su Netflix. Il primo dato sembra il più interessante: ad oggi la capitalizzazione di Netflix, nonostante il recente “crollo”, in borsa vale 122 volte l’utile netto della stessa azienda. Un rapporto “sano” è difficile da stabilire, ma è ovvio che un’azienda in questa situazione qualche altro scossone “virtuale” possa averlo. E se succederà, non succederà certo perché gli abbonati sono un po’ meno delle previsioni: a fine giugno 2019 erano 151.6 milioni invece che i 156.5 milioni attesi dal mercato e dall’azienda.

Veniamo a Spotify ed Apple Music, la cui “guerra” è ormai a numeri sempre crescenti: 108 milioni per Spotify, contro 60 per Apple Music. Anche in questo caso Spotify manca per un soffio, meno del 2%, l’obiettivo dei 110 milioni di nuovi abbonati, e quindi c’è chi critica. Bene. Ma al di là di qualcuno che vuole investire proprio su Spotify, è davvero interessante ripubblicare l’ennesimo comunicato stampa di Spotify e amplificare una crisi globale dello streaming che, nei fatti, non c’è? No. Però è così facile scriverne.

Eccoci poi con un’altra (splendida) battaglia di streaming. A differenza di quel che pensano molti “Soldi” non è la canzone italiana più ascoltata del momento o di sempre su Spotify.

“Soldi”, l’inno di Mahmood ha superato i 100 milioni di stream su Spotify, mentre scriviamo sono circa 110.000… e i quotidiani italiani fanno decine di comodi articoli fotocopia sulla soddisfazione dichiarata via social dall’artista, che è famoso anche per chi guarda la tv (Sanremo), anche se per ora non è che riempia gli stadi e manco i palasport o le arene da 10.000 persone, in Italia o altrove. C’è in programma un solo suo concerto attualmente, il 13 settembre a Bologna all’Arena Puccini… Mahmood non sta diventando il nuovo Vasco Rossi italiano e/o mondiale. Per chi non lo ricordasse, il vecchio rocker, perse Sanremo con “Vita Spericolata” per poi incassare e riempire l’estate di musica con “Bollicine”. Correvano i primi anni ”80 e allora Vasco era odiatissimo dai media. Oggi che ripropone se stesso spesso senza grandi innovazioni è diventato un vate.

Mahmood sta andando, sia chiaro, benissimo ma il progetto italiano del momento nel mondo e non solo, sia pure interpretato in inglese, è ovviamente Meduza (ovvero i musicisti e dj italiani Madwill, Simon De Jano e Luke Degree, al secolo Mattia Vitale Simone Giani e Luca De Gregorio). Loro “Piece of your heart” ha superato da poco i 200 milioni di streaming su Spotify.

Perché i quotidiani italiani si fermano alla metà, a “Soldi” di Mahmood? Forse per lo stesso motivo per cui le ‘stangate’ in borsa di Spotify e Netflix non contano poi molto per raccontare quest’era digitale. E’ che i numeri, se associati a qualcosa che conosciamo, sembrano così evidenti. Intorno a un dato si può scrivere un lungo articolo ‘ragionato’ senza troppo sforzo. 

(Lorenzo Tiezzi)