La nuova serie di Gomorra si è appena conclusa. A molti è piaciuta, a qualcuno no, i fatti e i numeri dicono che una serie italiana di questo livello serve a tutta la filiera musicale (e non).
Purtroppo su Spotify la musica di Gomorra non ha lo spazio che merita. Se la colonna sonora di “The Young Pope” di Sorrentino su Spotify si fa sentire con una lunga omni comprensiva playlist, lo stesso purtroppo non accade per Gomorra.
Non solo la cosiddetta “extended” edition delle musiche originali dei Mokadelic pubblicata da poco non ci fa sentire le diverse versioni del tema principale delle diverse serie ma solo la versione “originale” (quella della prima serie?). Manca del tutto una playlist che comprenda tutte le sigle conclusive, quelle canzoni napoletane che tanto servono alla serie… E’ un gran peccato. E visto che la produzione di Gomorra fa più o meno tutto giusto, ecco invece un errore non trascurabile. Certo, ci sono i remix da ballare di “Doomed to Live”, il tema principale… ma da soli non bastano.
E così, anche inconsciamente, il confronto che vien voglia di fare è improprio. Sorrentino, da musicofilo e uomo di cultura qual è, spazia di qua e di là e l’ascolto “solo con le orecchie” della sua selezione per The Young Pope ha pienamente senso. Mettersi ad ascoltare le musiche dei Mokadelic non può invece che generare ansia. Perché Gomorra è una serie piena di ansia, tristezza, disperazione, sete di potere, tristezza…
Ma se ci fosse un Oscar per le musiche da serie, i Mokadelic ne meriterebbero almeno quattro. Uno per ogni serie di Gomorra. La slide guitar ed il piano di “Black Patrol” sarebbero perfette anche come colonna sonora della fine di un amore. O per sonorizzare un robot che ricorda com’era un’astronave in fiamme al largo dei bastioni Orione.
(Lorenzo Tiezzi)