2019: la scena musicale è a stelle e strisce

Il business della musica registrata è crescita verticale tutto il mondo. Se negli anni ’60 – ’90 del 1900 produttori ed artisti britannici spesso dominavano il mondo (dai Beatles passando per i Sex Pistols arrivando fino alle Spice Girls, al numero uno pure in Mongolia), oggi tutto nasce e cresce soprattutto negli USA, come del resto accadde da sempre per tutta la musica americana nera: rock and roll, boogie, r’n’b, hip hop (etc).

Sono macro tendenze musicali, sembrano sfuggirci, o forse non interessano che a pochi. Eppure il dominio pressoché assoluto di ciò che viene prodotto negli USA rispetto ad altri continenti, soprattutto se parliamo di tendenze musicali e sonorità e non solo di artisti è chiaro. Qualche decennio fa la musica suonava diversamente, e almeno in Europa e in Asia il successo degli Europe rivaleggiava con quello dei Bon Jovi. Oggi che la musica ‘bianca’ piena di chitarre è diventata di nicchia, la scena black è chiaramente soprattutto americana.

Gli USA si avvantaggiano anche per la logica vicinanza musicale con l’America Latina. Miami, a livello culturale, fa parte da sempre di questo universo musicale.

E in Italia? Se negli anni ’80 / ’90 almeno i dj italiani riuscivano ad arrivare al top delle chart nel mondo, oggi non lo fanno manco in patria. Da noi il mercato è decisamente orientato sul repertorio in italiano: vista l’importanza dei testi nella musica trap / hip hop non può essere una sorpresa. La padronanza dell’inglese anche tra i teen ager è semplicemente troppo bassa per poter apprezzare Gucci Mane e non solo Sfera Ebbasta o Ghali. Sia chiaro, entrambi questi artisti hanno una grande personalità e fanno musica pop sopraffina, ma i loro modelli sono evidenti: per Sfera è trap americana, mentre Ghali senza Stromae forse farebbe altro, non l’artista.

(Lorenzo Tiezzi)

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