L’image sonification aiuta chi ha problemi di udito… non è la musichetta dell’alba su Marte

Partiamo dall’ovvio. Che suono ha l’alba su Marte? Non quello del video qui sotto.

Alcuni ricercatori si sono divertiti a ‘musicare’, senza alcun reale criterio scientifico, a fare “image sonification”, ovvero a ricavare da 5.000 foto di albe marziane mandate dal rover Opportunity una musichetta. Quella che sentite nel video.

I suoni che ascoltate nel video qui sotto sono invece ciò che manda davvero il rover mentre lavora.

Ovviamente ticchettii e tonfi sono molto meno affascinanti di suoni ed armonie assegnati a caso, a loro gusto, dai “ricercatori” (le virgolette sono d’obbligo, in questo caso sono musicisti e basta) alle immagini dell’alba.

Ovviamente non mancano i siti e i giornalisti che nei titoli vanno “per il sottile” e scrivono cose come “uno scienziato italiano ha registrato il suono dall’alba su Marte… ed è una musica meravigliosa”. Tutti clicchiamo, tutti facciamo girare il link, etc. Chi ha voglia di divertirsi legga qui.

Per scrivere queste poche righe, invece, chi firma questo breve articolo / post, ha impiegato diversi minuti. Perché l’image sonification ha una sua reale importanza scientifica e chi non è scienziato e/o molto intelligente ci mette un po’ a capire le cose e poi a scriverle in modo decente.

C’è poi un altro dato, incontrovertibile. Come può un sordo dalla nascita immaginare il suono leggero, etereo di un’alba su una spiaggia deserta? Forse una cosa del genere non gli serve proprio. O forse la sua immaginazione avrà creato per lui un suono un miliardo di volte più bello (per lui) del vero suono dell’alba. Siamo nel campo delle ipotesi quasi del tutto inutili da un punto di vista pratico e quindi scientifico.

Gli scienziati, quelli veri, non hanno tempo da perdere. Chi ha problemi gravi di udito, dicono gli autori dello studio “EdgeSonic: Image Feature Sonification for the Visually Impaired“, ha difficoltà di fronte a alle immagini piatte. Non riesce davvero a capire la loro forma.

Per questo hanno iniziato a creare un metodo che partendo da una immagine crei una sua trasposizione ‘3D’ che contenga in qualche modo anche il suono, che è fondamentale per capire le distanze dalle cose (abbiamo tutti presente il sonar).

Non ho purtroppo capito molto di questo studio, davvero complesso. Ma almeno spero di non aver sprecato il tempo di chi legge creando a mio gusto il suono di albe di altri pianeti.

(Lorenzo Tiezzi)