Il DAB non decolla e la radio ‘tradizionale’ cala (meno 2,9%)

Il Censis, l’istituto di ricerca socio-economica più utilizzato dagli enti statali, ha da poco pubblicato uno dei sui rapporti su web, radio e TV. La radio come mezzo non va affatto bene. La radio “tradizionale” in FM perde ben 2,9% utenza (oggi al 56,2%). Pure l’autoradio (67,7% di utenza, -2,5% rispetto allo scorso anno), un mezzo che si riteneva eterno, è in calo. Il calo è però compensato dalle trasmissioni radiofoniche via web (smartphone, pc).

E il DAB+? Che non contribuisca alla “rinascita” della radio non stupisce di certo. Parlando di cose che conosco di persona, Radio Rai a Brescia non viene trasmessa via DAB e dopo il maltempo dei giorni scorsi a Brescia si sentono solo i canali del gruppo RTL e Radio Vaticana. Come nuovo mezzo di trasmissione digitale, oggi, il DAB, non esiste.

Senz’altro il calo della radio è anche dovuto alla crescita di player come Spotify, in cui ogni utente può scegliere la sua musica da solo… e negli spazi pubblici ormai la radio FM ha ormai un ruolo marginale. Quasi tutti i retailer hanno capito che “riempire” di sonorità e spot creati per l’ascolto personale o casalingo raramente è la scelta giusta.

Gli italiani che usano il web crescono (dal 75,2% al 78,4%), così come quelli che usano smartphone (dal 69,6% al 73,8%), così come coloro che usano i social, in questo caso in modo verticale: dal 67,3% al 72,5%. Tra i social, vince Whatsapp (67,5%), seguito da Facebook (56%) e YouTube (51,8%), mentre Instagram è al 26,7% (ma al 55,2% tra i ragazzi). Unico social in calo èTwitter, che è al 12,3%.

Purtroppo il Censis raramente si occupa di musica, per cui, quando ci dice che in dieci anni è triplicata la spesa per smartphone (+221,6%, per un valore di quasi 6,2 miliardi di euro nell’ultimo anno), non ci fa sapere chi ascolta ogni giorno musica con il suo telefonino… ma è probabile che gran parte della passione musicale di ognuno di noi passi proprio da qui.

(LT)