Quando posso, più o meno una volta la settimana, passo diverse ore immerso nella natura. I suoni solitamente leggeri e piacevoli che avvolgono chi si trova in mare, in un bosco, in un luogo lontano dalla ‘civiltà’ non sono musica, che è un prodotto umano. Il relax, la possibilità di far riposare le orecchie deriva appunto dall’assenza di quei rumori umani a cui siamo abituati.
Qualche giorno fa ho corso per un’oretta nel mezzo di mille impegni nella campagna toscana, non lontano dall’A1, un luogo che conosco bene perché ci sono nato… ero piuttosto stanco, per cui forse i miei sensi erano più attivi. O forse, per uno strano gioco di venti, il rumore dell’autostrada era molto più forte del solito ed ovviamente fastidioso. Arrivare in un luogo in cui non si percepisca per niente la presenza umana non è facile. Certo, il suono di una campana è ben più piacevole del rombo d’un tir.
Ma non è solo questione di rumori. Anche la musica amplificata male (purtroppo capita spesso) può essere un grande fastidio. Qualche settimana da, dopo una lunga corsa / camminata solitaria e silenziosa nel Parco della Maremma, ho visto decine di persone che facevano Yoga su un pontile accompagnate da un ‘sottofondo’ musicale gracchiante. Mi è sembrato di vivere la scena straniante di “Youth” di Sorrentino. Sorridevo ma non potevo essere allegro, perché ciò di cui abbiamo bisogno oggi non è certo musica dappertutto ma capacità di ascoltarla, la musica e, a volte, goderci il “silenzio” rigenerante della natura.
Per far riposare le orecchie, non è affatto necessario camminare nella natura. Qualche sera fa sono stato al cinema, a vedere un film ‘commerciale’ come The Equalizer 2, in lingua originale. La voce di Denzel Washington è più musicale di tante hit del momento e la qualità sonora dei film hollywoodiani quando li vedi al cinema è oggi davvero altissima. Davvero vincente anche la scelta della Multisala Oz di Brescia di ‘arredare’ dal punto di vista sonoro tutti gli spazi del cinema, non solo le sale, con ottime casse acustiche che diffondono soprattutto dialoghi dei film in programmazione.
Non sempre vedere un film è sinonimo di bella esperienza sonora. Ieri sera a casa in tv ho visto un divertente film italiano con Pierfrancesco Favino, un attore di livello internazionale… e più di una volta ho dovuto fermare la visione e tornare indietro alzando perché non capivo cosa dicevano gli attori in un passaggio. Il mio impianto casalingo non è un granché, ma raramente una cosa simile mi capita quando vedo a casa un film in inglese, pur non essendo certo bilingue. Evidentemente la tecnica ripresa audio dei film USA resta ancora insuperabile.
(LT)