I video musicali scompariranno come dicono gli esperti di YouTube, SnapChat, Spotify?

Nato, nei fatti, con “Video Kills the Radio Stars” dei Buggles nel 1979 e consacrato da MTV come fenomeno televisivo e quindi visivo più che musicale, per tutti gli anni ’80 e ’90 il video musicale è stato il principale veicolo promozionale per la nuova musica. Non è un caso che negli USA e in UK, tecnicamente, in quel periodo i video fossero chiamati anche promo. Erano e restano pagati dalle case discografiche per promuovere la loro musica e le tv li trasmettono gratis (pagando ovviamente i diritti musicali).

Prima della rinascita ‘low cost’ grazie a YouTube ed alla possibilità che tutti oggi abbiamo di diventare videomaker, i video, appena una decina d’anni fa, sembravano condannati . YouTube è invece diventato grande anche per il suo essere anche un media musicale gratuito pieno di musica nuova e vecchia. Il suo ruolo promozionale per la musica nuova dei video, purtroppo, su questa piattaforma è altrove non è più chiaro. Visto l’inflazionato panorama artistico e la crescita verticale di fenomeni di tv sul web, YouTube più che il cuore della musica oggi sembra soprattutto un luogo in cui perder tempo (legittimamente) con gli YouTuber. Gli YouTuber sono senz’altro bravi. Sono professionisti del video breve che raramente fanno musica o inchieste o contenuti destinati a durare. Producono intrattenimento low cost per pubblico che ha voglia di ridere o sorridere subito…

Ma tornando al punto principale, quale è il futuro dei video musicali? Ne hanno discusso in un interessante incontro coordinato da Billboard Lyor Cohen (YouTube head of music), Nick Bell (Responsabile dei contenuti di Snapchat), Rachel Ghiazza (Head of content experiences, shows and editorial di Spotify) e Roy Lamanna (CEO di Vydia, piattaforma di video content management).

La discussione è davvero interessante, anche se spesso i manager promuovono le loro attività e non si sbilanciano troppo. Uno degli spunti più illuminanti lo dà Bell di Snapchat, che racconta la brevità degli istanti in cui usiamo ogni giorno il nostro compagno di vita, il cellulare. Il telefonino lo usiamo centinaia di volte al giorno, per fare tante cose e la musica che sentiamo in background mentre facciamo altro (guardiamo news, leggiamo Whatsapp, Facebook, guardiamo video etc) è spesso più di quella che ascoltiamo dandole tutta la nostra attenzione.

Tutti i professionisti sono d’accordo nel dire che oggi per colpire il pubblico la qualità dei video deve essere molto alta, altrimenti il gioco non funziona e tutti affermano che non sanno se il video come oggi lo intendiamo sarà ancora utilizzato tra dieci anni. Addirittura, due professionisti su quattro, non rispondono alla domanda chiave, ovvero se il formato del video musicale ha abbastanza forza per restare vivo e vivace ancora a lungo. Riassumendo, chi comanda oggi dà un bel no al futuro video musicale, non si sbilancia.Ma siamo certi che sarà così? Non è un po’ azzardato, nei fatti, affermare che in futuro non ci saranno più video musicali come li intendiamo oggi?

Il futuro, letto da chi lavora oggi, sembra una ipotesi vaga… ma guardando al passato, che è un metro di paragone importante, l’unico fattuale, sembra ovvio che tra dieci anni i video musicali ci saranno ancora e funzioneranno più o meno come oggi. I manifesti, sia pure meno importanti, continuano a promuovere spesso concerti e attività di ogni tipo, solo che sono stati affiancati da altri media pubblicitari e non. Decenni o centinaia d’anni fa erano gli unici mezzi. Non è una ipotesi vaga scriverlo, lo ha scritto Umberto Eco della bici. Non è certo scomparsa con l’arrivo del jet. Ha cambiato funzione.

La musica registrata oggi come ieri, nei fatti, quando ascoltata attentamente, per regalare vera emozione, viene ascoltata solo come audio e senz’altro, anche in futuro, resteranno i video musicali come “breve” intrattenimento, promozione del nuovo, pubblicità. Le radio oggi sono anche o soprattutto tv musicali (RTL 102.5, Deejay, etc) destinate anche o soprattutto agli spazi pubblici. A questo aspetto, chissà perché, chi lavora con i grandi player del mercato non pensa e invece conta. Guardando agli spazi pubblici del futuro (bar, piazze, ristoranti, negozi), è davvero difficile non vederli pieni di schermi multimediali… e quegli schermi saranno senz’altro pieni di video e musica (o musica e video).

Secondo chi modestamente scrive qui e conta molto poco, il ruolo del video musicale, visto che la tecnologia di produzione e riproduzione cresce ogni giorno, non potrà che rimanere fondamentale. Instagram sta crescendo grazie al video, spesso musicale. Il fenomeno YouTuber dimostra che la qualità dei video non deve per forza essere eccelsa, conta la storia, conta la capacità di creare qualcosa che dia valore alla musica, all’artista che la crea. Oggi conta la capacità di creare un mondo di emozioni condivise. Domani tutto questo conterà ancora di più e la (spesso piacevole) confusione tra creatori e fruitori di video musicali potrebbe crescere ancora.

(Lorenzo Tiezzi)

https://www.billboard.com/articles/business/8467188/future-music-video-youtube-spotify-snapchat