Spesso parliamo di tecnologie futuribili che già oggi possono far diventare il punto vendita un luogo perfetto in cui emozionarsi e non solo comprare ciò che ci serve. Oppure siamo convinti di poter influenzare pesantemente il consumatore semplicemente alzando o abbassando il volume della stessa musica. I super esperti di marketing a volte sembrano essere rimasti agli anni ’30 del secolo scorso, quando Goebbels, Mussolini ed Hilter terrorizzavano milioni di persone soprattutto tramite violenza, razzismo e squadrismo, non certo solo grazie ai messaggi ‘trasmessi’ con i media.
Mentre teorizziamo in ambito musica & marketing, spesso, per quel che riguarda la musica d’ambiente, perdiamo di vista l’essenziale, ovvero che è musica che serve a rendere più confortevole uno spazio in cui si fa soprattutto altro, non certo ascoltare musica e/o lasciarsi influenzare pesantemente dalla musica. Un posteggio, un punto vendita, una stazione, la carrozza bar / ristorante di un treno possono essere più confortevoli con la giusta business music… ed è vero anche il contrario: la musica d’ambiente ‘perfetta’ non influenza direttamente nessuno, ma può diventare fastidiosa se ridotta a quasi inudibile e quindi rumoroso fruscio o se in evidenza perché troppo alta.
La scorsa settimana ho frequentato tre diversi punti vendita in tarda mattinata, un momento di poco afflusso. In tutti e tre (un grande supermercato, un punto vendita di una catena internazionale di accessori ed una galleria commerciale) la musica d’ambiente era evidentemente troppo alta. Ovviamente, infatti, se si percorre da soli uno spazio pensato per accogliere centinaia o migliaia di persone, ci si aspetterebbe di percepire la musica d’ambiente al suo logico livello d’ambiente, in quel momento piuttosto basso, visto che parliamo di un luogo quasi deserto. Se non succede è perché chi gestisce tali spazi teorizza sui massimi sistemi, ma poi nella pratica quotidiana non è capace né di abbassare / abbassare manualmente il volume quando ci sono pochi cliente né di dotarsi della tecnologia necessaria per farlo automaticamente.
Non parliamo di fisica quantistica. Anni fa ho comprato un paio di cuffie Bose a cancellazione di rumore, capaci quindi di ‘mascherare’ i rumori esterni percepiti tramite un ‘sensore’ posizionato da qualche parte su questo accessorio. Allo stesso modo, anzi in modo ancora più semplice, per diffondere musica sempre al volume perfetto basterebbe un singolo microfono che capti la quantità di ‘rumore di fondo’ generato dalla quantità di persone nello spazio.
(Lorenzo Tiezzi)