Come raccontano oggi tanti quotidiani e pure il clubbing blog AllaDiscoteca, Deezer ha appena pubblicato una ricerca su chi ricerca nuova musica. La ricerca, condotta in Gran Bretagna intervistando un campione di 1.000 persone, dice che “alla soglia dei trent’anni si smette di apprezzare nuova musica, e si rimane incollati a quello che si è ascoltato sino a quel momento”. A 24 anni ci sarebbe “il picco massimo di curiosità, il 75% racconta di ascoltare dieci nuove canzoni a settimana e di seguire almeno cinque artisti nuovi al mese”. Dopo, il 60% ascolta la stessa musica da anni (…).
Non è una ricerca oggettiva. E’ una ricerca fatta tramite le solite interviste. Chissà perché. Deezer, Spotify e gli altri operatori hanno i dati reali ma ovviamente mica li diffondono. Con i dati reali, in qualche modo, fatturano. Con questo tipo di ricerche in qualche modo fanno branding, ovvero Deezer fa parlare di sé regalando ai media dati e ricerche (un po’ come fa in Italia ogni settimana la CGIA di Mestre)
I siti che offrono servizi di streaming musicale sanno cosa ascolta ogni singolo utente davvero. Io, ad esempio, millanto chissà quale passione per il jazz, ma nei fatti non è che ne ascolti molto. Se proprio devo dire la verità, non ricordo l’ultima volta in cui ho ascoltato Flamento Sketches di Miles Davis, uno dei miei dischi jazz preferiti… a parole.
Sia chiaro, sono molto interessanti le scuse che millantano i trentenni per la loro poca passione per la scoperta musicale: troppa scelta (19%), un lavoro impegnativo (16%) dover badare a bambini piccoli (11%). Ovviamente, metà del campione ha affermato che vorrebbe avere più tempo da dedicare alle nuove scoperte. Oggi che scoprire nuova musica è praticamente gratis, la faccenda è decisamente problematica.
Ed è anche difficile da capire perché nessun articolo in italiano disponibile oggi online faccia 2 + 2, ovvero nessun giornalista voglia distinguere tra interviste e dati reali già oggi disponibili. In realtà non lo fa neppure l’articolo di Business Insider che tutti hanno tradotto… con una differenza importante. L’articolo in inglese cita anche tanti altri studi su ascolto musicale ed età fatti partendo dai dati reali e non su interviste.
Se gli ascoltatori dopo i trent’anni dicono di smettere di ascoltare nuova musica, i giornalisti in ambito musicale oggi sembrano utilizzare poco le loro (senz’altro immense) capacità di analisi.
(Lorenzo Tiezzi)
http://www.businessinsider.com/why-we-stop-discovering-new-music-around-age-30-2018-6?IR=T
http://www.alladiscoteca.com/post/174814105109/dopo-i-30-si-smette-di-ricercare-musica-lo-dice
https://www.quotidiano.net/magazine/musica-deezer-1.3972111
https://www.tio.ch/people/curiosita/1263882/musica–a-30-anni-si-smette-di-scoprire-nuovi-brani
http://www.ladige.it/eventi/musica/2018/06/11/musica-dopo-30-anni-fedeli-quello-che-si-ama-20