Forbes, testata che da sempre racconta l’universo della ricchezza, qualche tempo fa ha dedicato una interessante intervista a Danny Turner di Mood Media, importante azienda che cura playlist che ogni giorno raggiungono 150 milioni di persone in oltre 500.000 location. Mood Media impiega full time 35 music designer, impegnati nella creazione della playlist perfetta dal punto di vista musicale e non solo.
Infatti più che i numeri e più che la tecnologia (Mood Media collabora con Shazam), conta la qualità del lavoro artigianale di ogni music provider fa. Danny Turner spiega infatti che nessuna playlist creata da un servizio streaming con un algoritmo oppure in serie può cancellare canzoni che abbiano un riferimento indiretto alle armi o alla violenza, né scegliere di non utilizzare una canzone associata indirettamente al razzismo o a una tragedia nazionale.
Il lavoro di un music provider di qualità è soprattutto questo. Una sola persona che si senta offesa da una canzone o da un testo volgare e/o violento può creare problemi a un brand.
La qualità musicale in senso assoluto, nell’ambito del music design non esiste. Ciò che conta davvero è che la selezione musicale sia in sintonia col brand e che vengano evitati errori madornali.
L’articolo su Forbes
How Brands Are Betting On Music, With Help From Pro Playlist Curators