Spotify ha annunciato la quotazione in borsa… e vale 19 miliardi di dollari

Di Spotify si parla tanto, pure troppo. Ad esempio, sta facendo però giustamente clamore un’azione legale di Wixen Music Publishing, editore che tra gli altri rappresenta parte del repertorio di star come Doors e Neil Young. Su Spotify ci sono migliaia di canzoni con edizioni o co/edizioni Vixen . Nel maggio scorso Wixen ha rifiutato un accordo extra giudiziale da 43 milioni di euro (!) perché secondo questo editore Spotify non riesce ad identificare gli aventi e quindi spesso non paga quanto dovrebbe. Per questo l’editore chiede 1.6 miliardi di dollari. Difficile dare un parere, perché la materia è davvero complessa. Una cosa è certa: Spotify è cresciuto grazie ad un accordo con le major musicali e le major da Spotify incassano eccome. E’ grazie allo streaming premium che la discografia è ripartita… in questo caso, infatti, si tratta di un problema con un editore americano che nasce forse da due elementi. Ovvero che Spotify non è statunitense e la legislazione in materia diritti musicali negli USA è appena cambiata.

Ma la notizia bomba di queste ore è soprattutto un’altra: ovvero la quotazione in borsa del colosso Nord Europeo dello streaming è davvero vicina. Secondo diverse fonti,  infatti, Spotify ha formalmente fatto sapere a U.S. Securities ed Exchange Commission (SEC) che intende quotarsi in borsa nei primi quattro mesi del 2018. Alla quotazione stanno partecipando come consulenti coloessi come Morgan Stanley, Goldman Sachs ed Allen & Co. Sembra che la quotazione sarà subito pubblica, anzi utilizzare le banche come accade di solito. Ovvero, vista la grande richiesta, i 19 miliardi di dollari del valore di Spotify (quotazione di Reuters) saranno subito disponibili per gli investitori.

(Lorenzo Tiezzi)