La terza serie di Gomorra è appena iniziata. La trama è ‘da cardiopalma”, i trailer ed i recap ad inizio puntata hanno un ritmo altissimo, molto americano, quasi fastidioso per i fan di questo prodotto molto italiano e molto raffinato. La grafica che trovate qui sopra è degna di un fumetto, non della luce terribile, raggelante, creata da Stefano Sollima.
Ovviamente è solo una scelta promozionale del tutto legittima. Quello che conta è la sostanza di questo prodotto televisivo. La pelata con riscrescita di Ciro Di Marzio che con le sue gambe ad x insieme ad un Genny sempre più sovrappeso, se ne va verso il suo destino dopo un omicidio schifoso (…) da sola vale intere serie statunitensi. Gomorra supera il concetto di sex appeal, di fascino, di spettacolo. La crudezza di certe immagini, tra macelli ed obitori non è quella dei film dell’orrore. Sembra provenire dalla realtà e quindi è molto più terrificante.
E la musica? Come si fa ad “aggiornare” il sound già perfetto e terribile di una serie di culto come Gomorra? I Mokadelic, aggiungendo qualche chitarra distorta e qualche groove in lontananza a temi già noti… e soprattutto togliendo e togliendo ancora sono riusciti in un miracolo televisivo. Forse l’Arte musicale con la A maiuscola è altra cosa, ma pretendere di più dalla colonna sonora di una serie tv sarebbe follia.
Nella nuova Gomorra c’è meno musica, c’è più suono, c’è ancora più mistero. Un universo di assoluta disperazione, un universo in cui nessuno è buono, in cui ogni personaggio incarna solo un diverso grado di cattiveria assoluta non può essere ricco di musica. Ma quando la musica suona, fa proprio quel che deve fare e lo fa alla perfezione.
(LT)