Nel 2017 la musica si ascolta ancora alla radio, ma crescono YouTube e smartphone… mentre Facebook e discografia si stanno accordando (si spera)

IFPI, la federazione internazionale dell’industria discografica, ha da poco pubblicato un report interessante dedicato all’ascolto della musica. Molti dati, pubblicati a settembre ’17, sono piuttosto sorprendenti. Ad esempio, più della metà del ‘consumo’ musicale online (55%) è in realtà video streaming, un settore in cui ovviamente YouTube la fa da padrone (46%). La crescita di Spotify e servizi analoghi, insomma, non toglie il primato al video, e, soprattutto della radio, usata dall’87% di chi ascolta musica.

Ovviamente, come sempre accade da un po’ di tempo a questa parte, IFPI non perde l’occasione di far notare che Google / YouTube pagherebbe troppo poco per tutta la musica che usa… ma almeno questa società qualcosa paga.

E soprattutto, visto che almeno qui su Soundscapes.it cerchiamo di dare voce anche a chi la musica la utilizza o vorrebbe utilizzarla pagando e non solo a chi la crea (SIAE fa bene il suo lavoro in questo senso), usare musica su YouTube oggi è facilissimo e pure gratuito, visto che paga proprio YouTube… Farlo su Facebook, invece, è praticamente impossibile per i comuni mortali italiani, mentre poi grandi player come Tomorrowland o Radio Deejay sulle loro pagine pubbliche fanno ciò che vogliono. E’ probabile che Facebook e discografia stiano cercando di accordarsi, la speranza è che l’accordo arrivi presto e valga per tutti gli utilizzatori.

Tornando al report, secondo IFPI, l’85% dei teen ager 13 – 15 enni del mondo usa lo streaming, ma il 40% del totale di chi usa musica lo fa in modo illegale.
Visto che il 96% di chi usa internet ascolta musica online legalmente (il 50% addirittura pagando), può apparire che la pirateria sia una faccenda che riguarda l’ascolto offline… ma è probabilmente un’impressione sbagliata, perché l’utente musicale online ascolta di tutto, legalmente o illegalmente.

Sono molto interessanti poi i dati sull’ascolto musicale nei diversi paesi. La nazione in cui lo streaming audio legale è più utilizzato, sorprendentemente, è il Messico (75%), mentre nel super tecnologico Giappone appena il 18% usa questi servizi. L’Italia si attesta intorno al 46%. Tra i paesi in cui si ascolta più musica ci sono Germania, Giappone, Messico e Corea del Sud.

Com’è che viene ascoltata la musica? Il 75% usa il video streaming, mentre l’87% ascolta ancora musica alla radio, o più probabilmente, anche alla radio. Il 44% di chi l’ascolta invece usa supporti fisici (cd 32%, vinili 17%, etc) o il download (28%). Il 45% invece usa lo streaming audio (39% gratuito, 27% a pagamento).

Lo smartphone sta poi ovviamente diventando un oggetto anche e soprattutto musicale. In Italia nel 2016 il 68% lo usava per ascoltare musica, nel 2017 la percentuale è salita al 73%. Nel mondo, anche nella fascia dei 45 – 54enni ormai questo utilizzo è prevalente: nel 2016 lo usava il 42%, oggi il 53%.

Per quel che riguarda la pirateria, lo stream ripping, ovvero registrarsi e poi riascoltarsi un brano disponibile solo in streaming (su YouTube o Spotify) è la modalità principale e riguarda il 35% di tutto il fenomeno.

(Lorenzo Tiezzi)