Lo streaming cresce… e così Warner si compra Spinnin’, mentre Universal incassa 250.000 dollari l’ora

Secondo Music Business Worldwide, un sito che di solito ci azzecca, Warner Music Group (WMG) si è comprata l’olandese Spinnin’ Records, la label che ha lanciato Martin Garrix (oggi con Sony) e tanti altri artisti dance. E’ davvero una delle label più importanti degli ultimi vent’anni, a livello musicale e soprattutto a livello di organizzazione. Fondata a fine anni ’90 da Eelko van Kooten e Roger de Graaf negli anni ha pubblicato musica di Martin Solveig, Armand van Helden, Fedde le Grand, Tiesto e soprattutto creato il ’sistema Spinnin’, ovvero un modo di produzione in serie di brani e lancio di nuovi artisti a getto continuo. Ad esempio, su Spinnin’ è uscito il primo singolo del fenomeno social clubbing non musicale del momento Gianluca Vacchi, “Viento”. E a Spinnin’ è legata Musical Freedom, potente agenzia di management capace di trasformare un dj sconosciuto in una star della console di medie dimensioni nel giro di un paio di mesi. Sarà interessante capire se e come continuerà la collaborazione tra Spinnin’ e Musical Freedom, ora che la prima fa parte di un grande (e quindi più lento) colosso musicale.

L’acquisto di Spinnin’ da parte di Warner sarebbe stato perfezionato per circa 100 milioni di dollari. La faccenda era nell’aria già dallo scorso maggio, ma si pensava che se la sarebbero comprata Sony e Believe Digital. E’ la più grande acquisizione di WMG dai tempi di quella di Parlophone nel 2014 (765 milioni di dollari).

Anche se troppi anche tra gli addetti ai lavori ancora non l’hanno capito, grazie ai ricavi in crescita derivati da Spotify ed altri servizi in streaming, le major in questo momento stanno andando piuttosto bene… Universal Music Group nei primi sei mesi del 2017 ha incassato oltre un milione di dollari al giorno, grazie allo streaming, ovvero 6 milioni al giorno, 250.000 dollari l’ora. Complessivamente, le tre major hanno incassato 2.4 miliardi di dollari in sei mesi: Universal si è attestata al 44%, Sony e Warner il 28% ciascuna.

(Lorenzo Tiezzi)